Dopo oltre tre decenni di silenzio e mistero, le ombre del passato tornano a inquietare le strade di Vicenza. Il 17 gennaio si aprirà un capitolo cruciale per un cold case che ha tenuto sospesi investigatori e cittadini: il processo nei confronti di Umberto Pietrolungo, accusato di un duplice omicidio che risale al lontano 25 febbraio 1991.
I Fatti: Una Notte di Sangue a Vicenza
Nella tranquilla serata di febbraio, l’avvocato Pierangelo Fioretto e sua moglie Mafalda Begnozzi furono brutalmente assassinati nella loro abitazione. Il caso, per anni, è rimasto avvolto nel mistero, con poche piste e molte ombre. Tuttavia, una svolta investigativa è arrivata a giugno dell’anno scorso, quando Pietrolungo è stato arrestato.
Le Prove che hanno Riaperto il Caso
Gli elementi chiave che hanno portato alla riapertura del caso sono stati il ritrovamento di impronte digitali parziali su un silenziatore e il DNA su un guanto usato durante l’omicidio. Queste tracce, combinate con il riconoscimento fotografico da parte di testimoni, anche dopo trent’anni, hanno riportato l’attenzione su Pietrolungo, già detenuto a Cosenza per altri reati e con legami con la ‘ndrina dei Muto.
Il Processo: Vecchie Ferite e Nuove Speranze
Il prossimo 17 gennaio, la Corte d’Assise di Vicenza sarà teatro di un processo che promette di essere carico di tensione e attesa. Pietrolungo ha la possibilità di optare per un rito abbreviato grazie alle leggi vigenti prima della riforma Cartabia, una scelta che potrebbe influenzare significativamente gli esiti del processo.
Conclusioni di ViralNews
Mentre la comunità di Vicenza attende risposte, questo processo non è solo la chiusura di un caso, ma un simbolo di come la giustizia, nonostante gli anni e gli ostacoli, continui a cercare la verità. Rimaniamo in attesa, riflettendo su quanto sia fragile e preziosa la memoria, e su come, anche dopo decenni, la ricerca della giustizia non conosca tempo.