Una psicologa che difende l’imputato di femminicidio su TikTok e viene radiata: esploriamo i confini tra etica professionale e la libertà di espressione nel mondo digitale.
Il Caso che ha Scosso l’Etica Professionale
Manuela Bargnesi, 43 anni, psicologa delle Marche, ha recentemente sollevato un polverone mediatico e professionale pubblicando dei video su TikTok riguardanti il femminicidio di Alessandra Matteuzzi, avvenuto a Bologna il 23 agosto 2022. I suoi contenuti, visibili a migliaia di utenti, non avevano solo la peculiarità di essere diffusi su una piattaforma insolita per dibattiti di tale gravità, ma contenevano delle tesi che hanno suscitato indignazione e sconcerto. Bargnesi difendeva l’ex fidanzato della vittima, Giovanni Padovani, condannato all’ergastolo, incolpando indirettamente la vittima stessa per la tragica fine.
La Reazione dell’Ordine degli Psicologi
Il Consiglio dell’ordine regionale delle Marche, presieduto da Katia Marilungo, ha avviato un procedimento disciplinare contro Bargnesi, culminato con la sua radiazione. Il consigliere Paolo Mengani ha evidenziato come l’agire di Bargnesi abbia violato non meno di nove articoli del codice deontologico, inclusi il rispetto del segreto professionale e il principio di responsabilità. L’accusa più grave è stata la mancanza di rispetto per la dignità professionale e l’immagine stessa della professione di psicologo.
L’Uso dei Social Media nella Professione
Una delle questioni più criticate è stata l’uso di TikTok come piattaforma per discutere questioni così delicate e serie. Il consiglio ha stigmatizzato l’uso dei social media da parte degli psicologi per trattare argomenti professionali, sottolineando come tale comportamento contamini l’immagine della professione. La preoccupazione risiede anche nel rischio che contenuti del genere possano essere usati da maltrattanti per giustificare violenze, basandosi sulle affermazioni fatte nei video da Bargnesi.
Conclusioni di ViralNews
Questo caso solleva questioni fondamentali sull’etica nella professione psicologica e l’uso responsabile dei social media. In un’era dove la linea tra pubblico e privato è sempre più sfumata, la responsabilità professionale non può essere compromessa in nome della libertà di espressione. Come società, dobbiamo riflettere su come e dove discutiamo di argomenti che toccano le vite delle persone in maniera così profonda e irreversibile. La radiazione di Manuela Bargnesi serve come un monito severo per tutti i professionisti sulla gravità di tali questioni e sul rispetto che esse richiedono.