In un mondo dove la parola “volontario” potrebbe non significare esattamente quello che pensi, sette associazioni hanno fatto appello al TAR del Lazio per bloccare i fondi destinati ai cosiddetti rimpatri volontari assistiti dalla Libia. Ma cosa si nasconde dietro queste parole e cifre?
L’Origine del Contenzioso
Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (Maeci) ha recentemente approvato un finanziamento di quasi un milione di euro all’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (Oim) per facilitare il ritorno dei migranti libici nei loro paesi d’origine. Questa azione ha scatenato un vespaio di polemiche e portato Asgi, ActionAid, A Buon Diritto, Lucha y Siesta, Differenza Donna, Le Carbet e Spazi Circolari a presentare un ricorso, con una decisione attesa per l’8 gennaio.
Cosa C’è Dietro il “Volontariato”?
Le associazioni sostengono che dietro l’etichetta di “volontarietà” si celino in realtà delle espulsioni mascherate. Riferiscono che i fondi, che dovrebbero essere utilizzati per proteggere le popolazioni vulnerabili e promuovere lo sviluppo, sono invece destinati a politiche di contenimento migratorio. Criticano inoltre l’operato della Guardia Costiera libica, sostenuta dall’Italia, che blocca i migranti prima che possano raggiungere le coste europee.
La Polemica sui Fondi
Il finanziamento contestato fa parte di un progetto più ampio chiamato Multi-Sectoral Support For Vulnerable Migrants in Libya, che ha un budget totale di 7 milioni di euro. Questi fondi, secondo le associazioni, sono una parte di una strategia più grande per externalizzare le frontiere europee, impedendo di fatto l’arrivo di migranti in Italia.
Conclusioni di ViralNews
Quando il termine “volontario” si trasforma in una questione di forza, dobbiamo chiederci se stiamo realmente assistendo a un’azione umanitaria o a una strategia ben mascherata di controllo delle migrazioni. Le implicazioni di questo ricorso vanno ben oltre la politica migratoria italiana; toccano i principi di umanità e legalità internazionale. Resta da vedere come il TAR del Lazio interpreterà questi intricati legami e quali saranno le ripercussioni per i migranti coinvolti e per la politica estera italiana. Sarà davvero interessante vedere come questa vicenda si svilupperà, non solo per i diretti interessati, ma per l’intera comunità internazionale. Riflettiamo su quanto sia sottile la linea tra aiuto e coercizione in un mondo che non smette mai di muoversi.