Tratteggiare il fascismo attraverso le pagine di un romanzo può sembrare un’impresa ardua, ma Marco Balzano in “Bambino” lo fa con una maestria che incatena il lettore alla crudeltà di una realtà storica dolorosa. Ambientato nelle pieghe tumultuose del ventennio fascista, il libro esplora con acume psicologico e storico gli abissi dell’anima umana e i conflitti di un’epoca che ancora interroga le coscienze contemporanee.
Quando la Storia si Specchia nel Presente
Mattia Gregori, soprannominato “Bambino” per il suo viso ancora infantile, è il protagonista di questa narrazione che si snoda tra le vie di una Trieste dilaniata da tensioni nazionalistiche e da una violenza politica all’apice. La sua storia inizia nel 1920, quando il Narodni Dom, simbolo della cultura slovena a Trieste, fu incendiato dai fascisti, un evento che segnò l’inizio dello squadrismo organizzato.
In questo contesto, Bambino si trasforma, passando da una giovinezza segnata dalla perdita e dall’abbandono a diventare un agente spietato del regime fascista. A soli 25 anni, diventa Capomanipolo della Milizia, e la sua ferocia lo porta a perseguitare senza pietà chiunque osi opporsi al nuovo ordine, incluso il suo amico d’infanzia, Ernesto, di origine slava.
Un Viaggio Introspectivo nel Cuore della Ferocia
Il romanzo non si limita a descrivere gli eventi storici, ma penetra profondamente nella psiche del protagonista. Balzano esplora il rapporto tortuoso di Mattia con il padre, un orologiaio che rifiuta il fascismo e per questo subisce violenze. Questo conflitto interno, unito al tormentato amore per Gigliola, una donna che scompare misteriosamente, aggiunge ulteriori strati di complessità al personaggio di Bambino, mostrando quanto il potere e la violenza possano corrompere profondamente l’anima.
Tra Storia e Memoria: Trieste, Fascismo e Oltre
Il libro non si ferma alla narrazione degli orrori del fascismo, ma incrocia anche il periodo della Seconda Guerra Mondiale e l’occupazione nazista, culminando con la liberazione di Trieste nel 1945 da parte delle truppe partigiane jugoslave e gli echi tragici delle foibe. Questi eventi sono raccontati con un realismo che non lascia spazio a giustificazioni, ma invita a una riflessione amara sulle cicatrici lasciate dalla storia.
Conclusioni di ViralNews
“Bambino” di Marco Balzano non è solo un romanzo storico, è un monito vibrante sulla capacità umana di infliggere dolore in nome di ideologie distorte. Mentre le pagine avanzano, il lettore è spinto a riflettere su quanto il passato influenzi il presente e su come la memoria collettiva sia fondamentale per non ripetere gli errori che hanno segnato così profondamente l’umanità. In questi tempi di crescente polarizzazione politica, la lezione di Balzano risuona con una risonanza particolare, invitando a una vigilanza costante contro le derive autoritarie che possono ancora insinuarsi nelle società contemporanee.