Nel mondo scintillante dei social media, dove l’immagine è tutto e la realtà spesso un optional, l’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) ha deciso di fare ordine. Il colosso dell’antitrust italiano ha acceso i riflettori su un gruppo selezionato di influencer, tra cui spicca il nome di Luca De Stefani, meglio conosciuto come Big Luca. Questo Mercoledì, in una mossa che ha scosso il mondo digitale, sono stati avviati sei procedimenti istruttori contro altrettanti influencer, accusati di pubblicare contenuti ingannevoli.
Sotto la lente d’ingrandimento:
Big Luca, insieme a Luca Marani, Alessandro Berton e Davide Caiazzo, è accusato di vendere illusioni. Letteralmente. Promettono guadagni facili attraverso metodi poco chiari, senza mai dichiarare esplicitamente la natura pubblicitaria dei loro post. Peggio ancora, sembrerebbe che la popolarità di questi “guru” dei guadagni online sia in parte artificiale, gonfiata da follower fantasma e recensioni indimostrabili.
Una questione di trasparenza:
Questo non è tutto. Anche Hamza Mourai e Michele Leka sono finiti sotto indagine per comportamenti simili, con l’aggravante di promuovere investimenti in criptovalute senza segnalare adeguatamente i rischi connessi. È un mondo, quello degli influencer, dove la mancanza di trasparenza sembra essere la regola piuttosto che l’eccezione.
Moral suasion:
Non da meno, l’AGCM ha anche avviato iniziative di moral suasion verso Ludovica Meral Frasca, Sofia Giaele De Donà, Milena Miconi ed Alessandra Ventura. Queste influencer sono state sorprese a pubblicizzare brand e strutture turistiche senza evidenziare adeguatamente la natura promozionale dei loro contenuti.
Conclusioni di ViralNews
Nel nostro viaggio quotidiano attraverso i feed scintillanti di Instagram e le storie di successo improbabili, è fondamentale chiederci: chi ci guida attraverso questa giungla digitale? L’AGCM sta cercando di riportare un po’ di ordine in questo Far West digitale, ma la responsabilità ultima cade anche su di noi, consumatori e utenti. Siamo davvero consapevoli di quello che “consumiamo” online? Riflettiamo sull’importanza di una rete più trasparente e autentica, dove la verità non sia solo un optional ben nascosto dietro a un filtro di Instagram.