Nelle prime ore del mattino, l’eco dei colpi di pistola ha squarciato la quiete del piccolo paese di San Candido, situato nel cuore dell’Alto Adige. Un dramma familiare si è consumato dietro le mura di un appartamento che ora custodisce più segreti che abitanti. L’ex guardia giurata Ewald Kühbacher, 50 anni, ha trasformato una normale giornata in un capitolo di orrore che difficilmente verrà dimenticato uccidendo il padre e la vicina di casa
Chi sono le vittime dell’omicidio di Bolzano
Il padre di Ewald, Hermann Kühbacher, 90 anni, un uomo che la malattia aveva già confinato al letto, e Waltraud Jud, 50 anni, una vicina di casa che ha pagato con la vita la sua preoccupazione.
Hermann, il padre, era una figura notevolmente rispettata, ancorato ai ricordi di un paese che ha visto trasformarsi nel tempo. La sua scomparsa arriva come un brutale epilogo a una vita di silenziosi sacrifici, accentuati dalla perdita della moglie nel 2019. Waltraud, invece, era l’anima della comunità, impegnata culturalmente e socialmente, la cui assenza lascerà un vuoto incolmabile.
Spari contro l’auto dei carabinieri e dei Vigili del fuoco
il GIS è intervenuto nell’appartamento di Kühbacher dopo che l’uomo aveva già sparato al padre e a una vicina di casa. In una mossa disperata, ha aperto il fuoco anche contro le prime unità di soccorso, tra cui un camion dei vigili del fuoco, e contro le auto dei carabinieri, ormai crivellate di proiettili.
Il killer si spara – Ricoverato in condizioni critiche
Con la tensione alle stelle e il pericolo palpabile, le teste di cuoio hanno dovuto ricorrere a mini cariche esplosive per sfondare la porta dell’appartamento di Kühbacher. Dopo uno scambio di fuoco iniziale, durante il quale il killer non ha colpito nessuno dei militari, si è rifugiato in un’altra stanza, sparandosi e ferendosi gravemente alla gola. Non appena le teste di cuoio hanno varcato la soglia, hanno scoperto una scena raccapricciante: Ewald, l’assassino, giaceva a terra, gravemente ferito dopo aver rivolto l’arma contro se stesso. Attualmente è ricoverato in condizioni critiche.
Conclusioni di ViralNews
A San Candido, il dolore si fa palpabile, tinteggiando di grigio le facciate colorate delle case. In questa tragedia, non troviamo eroi né vincitori, solo le vittime di un destino crudele e incomprensibile. Come comunità, come società, dobbiamo chiederci cosa possiamo fare per prevenire che tali tragedie si ripetano. È sufficiente ascoltare i rumori dietro le porte chiuse? O dobbiamo imparare a bussare un po’ più forte, a chiedere un po’ più spesso: “Va tutto bene?” La riflessione è aperta, il dialogo necessario.