Trento, 28 novembre 2014. – L’arte è seria. Quasi sempre farai da te, da solo; l’esperienza viva aiuta l’arte; forse la scuola aiuta ma non è tutto; l’opera e lo studio, l’impegno, la passione regolare dell’organismo ci fanno anche soffrire, ma saremo ancora più attori. Non c’è arte sana se non è utile; non c’è estro gettato che resti com’è; l’artista che non si sbaglia: non si contenta di roba falsa. Non le anime senza classe, ma il singolo artista può e potrà sempre inventarsi un’autorità. Non il semplice umano senza schiena ma solo chi lavora. Non chi rimane svogliato ma solo gli altri barbari nel loro stile. Non i mediocri, ma soltanto, in genere, i bravi, i duri, infiammati, da soli. ORA PAUSA. Ecco un abbozzo di cover ritmica, dopo Manzoni, sillaba per sillaba: si tratta di qualche riga di Leopardi, aprile 1826, a Bologna. Sono parole famose e qui la cover diventa anche un’antifrasi, perché non c’è delirio che non abbia la sua nomenclatura (ma questo non significa: tutto è tecnico; perché tutto è più passionale che tecnico; la furia è furia, sempre). Leopardi nei Campi Elisi gradirà, a modo suo: come uno che sappia i nomi e la nomenclatura, oltre che le lingue.L’incipit sarebbe potuto essere: Grasso è bello, Pippo è stanco, Totti è grande, ecc.; e così la prosa avrebbe avuto un altro senso, da giocattolo. Ma qui era bello essere un po’ più estetici, cioè giocare senza creare un giocattolo. Oppure avrei potuto rubare al Centauro di Medea un attacco sensibile: Tutto è santo. Ma no, piove sul bagnato. Qui si tratta di arte e si lascia un seme di distinzione snob, finché si può. Basta. A Bologna il conte Leopardi disse con parole sue che “tutto è male. Cioè tutto quello che è, è male; che ciascuna cosa esiste è un male; ciascuna cosa esiste per fin di male; l’ordine e lo stato, le leggi, l’andamento naturale dell’universo non sono altro che male, nè diretti ad altro che al male. Non v’è altro bene che il non essere: non v’ha altro di buono che quel che non è, le cose che non son cose: tutte le cose sono cattive… Non gli uomini solamente, ma il genere umano fu e sarà sempre infelice di necessità. Non il genere umano solamente ma tutti gli animali. Non gli animali soltanto ma tutti gli altri esseri al loro modo. Non gl’individui, ma le specie, i generi, i regni, i globi, i sistemi, i mondi.”
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