Trento, 1 aprile 2015. – Tenersi stretti all’idea: il giovane Taxi Driver dice di aver studiato poco, ma scrive e scrive. Chi FA – e non chi TIENE – un diario è costretto a pubblicarlo: è costretto a pubblicarsi (e De Niro è De Niro). E io? Un fauno, un fauno. O no? Sì: un fauno, quando non sono un narciso. Ma sono Fauno quando sono anche Narciso. FARE un diario è un atto prolungato. Tenerlo è banale, perché non si tiene niente. E tenere il cresci-in-man nella mano è la felicità? No: è un momento di cui ha parlato Rimbaud. E darlo? È un momento più lungo, di cui ha parlato Rimbaud. E partire, e portarlo via? È una cosa bellissima, di cui ha parlato Rimbaud. Se il Capo fosse qui, gli direi: Capo, non vedi che suoni male? Non senti che appari male? Non senti? Non sei Odisseo, e il tuo nóstos è stonato: ritorna al film di Piavoli, c’è Luigi Mezzanotte, impara e poi torna. Non so di quale Capo si tratti: è apparso nella mente, ne ho scritto in un libro che si chiama Digesto, l’ho scritto e non so altro. Forse la sua utilità è questa: avere due sillabe, Ca-po, e nel ritmo servono anche le parole di due sillabe. Il Du-ce era un suono? Sì, era un suono. Ora c’è la tastiera, ma non il calamo. E la facilità di scrivere è una dea e non è più un’idea. Tutto è veloce e automatico e voi lo sapete. Tu, Ca-po, no: non lo sai. Le mani volano qui sopra, sui tasti, come se fosse una cosa seria (divertirsi sì, ma giocare no, perché siamo adulti) (e un artista non gioca mai, veramente) (e io non gioco mai, veramente, neanche quando faccio la scena del prete e delle suore con le allieve, o la scena scema in cui io abito in via Di Sviluppo, e tu? “io abito in via Col Vento”, e una vive in piazza Pulita e l’altra in via Vai, e io credo che andrò in via Di Qui). Dunque: ho fatto un corso a Milano, e quando lavoro con le donne lavoro bene. Capite che io esagero, dico mille per dire cento, e cento per dire uno, e quando dico UNA cosa non dico niente. Così sono qui, non retoricamente, per insegnare. Sono dove sta lo specchio, che aiuta il santo narcisismo; e dove manca lo specchio c’è Narciso – e il Fauno – e Narciso sa guardare perché sa guardarsi, e il Fauno sa come fare.Poi sto facendo un film nuovo, da attore. Un altro l’ho scritto. Il suo stilema è questo: se hai paura della storia, perché ti fai vedere? Ma io non ho paura della storia. Proprio della storia dovrei aver paura? E per questo mi faccio vedere.
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