Trento, 15 dicembre 2015. – Dracula non muore “di sete” perché “cerca sangue di vergine”. Il titolo italiano di Blood for Dracula è un inganno ad uso degli italiani. Morrissey fa morire Dracula in nome del proletariato, perché il popolo è Joe Dallesandro, che ha il simbolo della Falce & Martello nella sua stanza. Tutto questo è preciso e voluto: in questa finzione Joe è un proletario – che fa sesso con le figlie di De Sica –, e Dracula è un nobile morituro, come De Sica è un nobile decaduto. Nel 1974 Joe uccide Udo Kier e NON SA – come non lo sa Morrissey – che tra un anno morirà a furor di popolo una specie di vampiro, un vecchio-giovane, con i capelli tinti, anche lui. Il furore del popolo è stato scritto anche da Paolo Barnard nel suo sito, il 1° dicembre 2015: Hanno fatto bene ad ammazzare Pasolini. Giustizia proletaria. Barnard ha ragione? Non è questo che conta, e il problema non è il parlato, ma il parlante, morto in vita e vivo in morte. Barnard PUO’ dirlo, perché ha la storia adatta per dirlo, e può parlare da genio e da escluso; gli altri, senza storia, non possono dirlo, nemmeno citando Barnard. L’uomo di cui Pino Pelosi ha parlato in Io, angelo nero è un cattivo mitologico, come il vampiro, o un personaggio tipico, come Jekyll. Pasolini è “quella bestia, quell’animale”, perché non è umano. Quindi è “quasi come il dottor Jekyll e Mister Hyde”, e “i suoi occhi erano rossi rossi e i tratti del viso si erano contratti fino ad assumere una smorfia disumana” (Sinnos, Roma 1995, pp. 36-37). Pino c’è tornato sopra sul “Corriere della Sera”, il 22 luglio 2008, e ha restituito Jekyll-Hyde allo stesso Pasolini: “…diceva Dr Jekyll e Mr Hyde, lui stesso si definiva così. […] Un giorno mi portò un libro in cui si definiva lui stesso uno che a volte cambiava come Dr Jekyll e Mr Hyde”. Sarà vero? Intanto il piccolo paese mormora su Jekyll e Hyde: come Marco Belpoliti (“La Stampa”, 13 marzo 2002) e Vittorio Sgarbi (“Il Giornale”, 17 giugno 2014). La bestia nera è morta per lo scoppio del cuore, come il vampiro di Morrissey. Il proletario Pino ha fatto come il proletario Joe, e allora Dracula è come Pasolini. Che i film siano progetti e profezie – e non solo oggetti industriali – è un’idea strana, ma possibile. E le immagini possono diventare visioni popolari e virali, per avverarsi dopo; possono ispirare la realtà e agirci dentro. Così l’immagine invade le cose. Ma il cinema non è un’industria? Sì, certo. È un’industria: ma i professionisti sono guidati anche dalle cose che NON SANNO.
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