Trento, 14 gennaio 2016. – Caro diario, la tua presenza è il mio materiale migliore. Ma non si deve sapere. Non si deve sapere che io sono sadico, ma non masochista. Cioè io uso tutto e tutti. Mai masochista, nemmeno quando porto le taniche dell’acqua; nemmeno quando mi lavo i capelli in un giardino pubblico. Tutto questo si vede nel film di Fabio Giovinazzo. Un attore ha detto: il mimetismo è totale. Ha detto: io annullo i personaggi, e cosí diventano ombre o fantasmi. Allora non esistono i personaggi, ma esiste un autore, come esiste Racine. E che cosa è il teatro? Il teatro è questo: è avere paura, ma è la paura di se stessi. Attenzione. Ora uno comincia a farsi male. Attenzione: ora uno, il buono, il bello Orfeo, si fa divorare dalle baccanti, pezzo per pezzo. Guarda come fa, diario. Il teatro non è calmo, il teatro non è contemplativo e non è distaccato. Il teatro non ha la carità e si gonfia, e si vanta. Il teatro è fatto dai cannibali, perché hanno fame. Ecco: deve esistere un grande teatro, e anche la casa sull’albero. Nel grande teatro la parola coincide con il pensiero. Altrimenti il teatro diventa una cosa noiosa: ripetere le parole, entrando dalla tua destra o dalla tua sinistra, e tu sei il pubblico. Caro diario, tu sai che il teatro è finzione. E io faccio teatro, ora, anche in questo fotogramma dove ci sono io, per ora. Un attore ha detto: fingere vuol dire capire, e quell’attore ha detto bene. E il talento, maestro? Il talento si spreca: a piene mani, come tutto quanto, sempre, ma con stile. L’attore è un artista. L’attore è creativo. L’attore non è un gregario. Se lo spazio è vuoto, lui lo riempie: con un rito che non serve a niente. Se lo spazio è pieno, lo osserva e ne fa parte. Accende il sigaro o quello che può accendere, in quel momento. A volte c’è anche da bere, perché il Fauno beve (e fuma). Niente di ordinato, ma io mi ordino. Niente di diretto, ma io mi dirigo. Caro diario, puoi capire la disperazione barocca di chi vuole apparire, in mezzo alle cose? e puoi capire uno che sta fermo nello spazio e crede di essere un re? Re, sí: in quello spazio, che NON BASTA. ecco una cosa nuova: RE NEL MIO SPAZIO. REGINA NELLO SPAZIO DEL SUO RE.
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