Trento, 2 febbraio 2014. – Galileo era una scimmia nuda, Keplero era una scimmia nuda; Grace Kelly era una scimmia nuda, Alce Nero era una scimmia nuda; Fellini era una scimmia nuda, Godard è ancora una scimmia nuda, Alain Resnais è una scimmia nuda; Leopardi era Leopardi ed una scimmia, nuda, Cristina Campo era una scimmia nuda; Wittgenstein era una scimmia nuda, Foucault era una scimmia nuda, María Zambrano era una scimmia nuda. Rilke è stato una scimmia, che praticava gentilezze certe. Berryman disse “questo Rilke è fesso”, e anche Berryman era una scimmia, nuda. C’era una volta un animale e l’animale conosceva una signora, questa signora disse “noi vivremo insieme”, poi morì la signora, fu vista incorniciata e morta, fu presa e incenerita, forse la cenere è dispersa. L’animale ha visto e sa che è successo. All’animale 2 dice così, perché è vero: vedi, non c’è stato alcun contatto, tra la signora e me, va bene?, niente, proprio niente. Con più calore, ringhiando: sai, niente di niente, va bene?, nessun contatto fisico. Davvero? – parla l’animale 2: e allora perché disse “noi vivremo insieme”? Non lo so, risponde l’animale 1, fu detto e basta, fu così, fu un ago, l’ho sentito, mi ha fatto male anche se non ci credi; anche se non mi credi. L’animale 2 non ci crede ancora: “A chi la vuoi raccontare?”. È la risposta della gelosia, umana contro un racconto semplice, il più animale. Istinto e fatti operano insieme, in misure brevi e lunghe, scandite con un certo stile: è lo Stile Ostile, vedi puntate precedenti. E così nasce un Mangia-a-Ufo della vita: quello che viene da lontane parti, facendo passi lunghi e passi corti; sono venuto, bella, per sposarti! E liberarti dal peso che porti! E – mamma mamma – c’una moneta d’oro sul suo tavolo, o sulla sedia, non ricordo, comunque qui c’è oro, oro; e noi terremo il resto, perché ritornerà, bambina. È una fiaba di Capuana, “se c’è qualcuno che vuol rotto il muso!”. E Mangia-a-Ufo non vive d’aria, per niente. Non potrebbe: se no, non sarebbe più animale. E se ama la Gobbina – che sarà risanata, e la sua ricchezza è tutta nella gobba – è perché è un animale. Allora “fu così”, e fu così davvero, perché lo dice l’animale 1, nella sua comedìa privatissima, e non ha prove, se non in se stesso. Le sue prove stanno nel carisma e nel rapporto, ma c’è un problema: le prove non sono logiche, sono solo fatti, come la pioggia che cade; e anche il carisma personale può essere negato. E se non si vedono prove di carisma, peccato, è finita, per stavolta, forse per sempre. Comunque Galileo era una scimmia, Augusto Pinochet era una scimmia, Andrea Doria era una scimmia nuda, i buoni e i cattivi sono scimmie, Galileo era una scimmia, Keplero era una scimmia, nuda; Giulio Cesare era una scimmia, nuda, e Jung e Belli e Tessa, e Saffo, e Aristotele e Platone. E Dante, tanto per dire? Bello lui, era nudo e spogliava gli altri, tutti (e anche le altre). Dante è il pericolo – pubblicato – numero Uno: animale, grandissimo animale, il degno “dolce figlio” della storia, il più ambizioso di tutti (e di tutte). E anche Shakespeare “scuote la lancia”, è una discreta bestia, pure lui. Non fa male rileggersi un po’ di Gino Raya, tra noi scimmie. La bestiaccia è irrazionale e fervente, incontenibile, e “l’amore è forte come la morte”, nel Cantico animale e vegetale. Di umano, tra noi, c’è la gelosia intelligente, che dice: “A chi la vuoi raccontare?”. È vero, potrei essermi inventato tutto, senza problemi. Sì, potevo, ma i fatti sono questi, diffusi e duri, in questa sequenza non virtuale, nell’ordine della carta, per kelle fini ke ki contene. Conosco kelle terre, le conosco e ne parlo, 639 voci e un posto.
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