Trento, 19 agosto 2014. – Si chiama Pettirosso, ma in realtà è un uomo. Viaggia dentro un uovo e si veste di rosso: verrà giudicato di volta in volta stupido, pignolo, intelligente. Il Pettirosso esce dall’uovo-macchina e trova una Signorina: buon per lui, ma non è questo che importa, adesso. Dobbiamo essere più strutturali. Visto da vicino, il Pettirosso è piccolo, è lungo una quindicina di centimetri, è insettivoro, manda messaggi alle persone, è un artista, ha il cuore, “è tutto cuore” (lo dici tu), manda un videomessaggio in Nuova Zelanda e dice “ehi ragazza, qui parla Pettirosso, tanto amore amore a te amore”, perché la ragazza sta molto male davvero sta male sta male. E adesso senti, rubo la parola al Pettirosso e ti dico una cosa: Vorrei che tu guarissi, anima. Dico sul serio. Che Pettirosso stia male, molto, di suo – questo è importante, è vero; potrebbe scoppiare, “orribilmente sfigurato”, ma ora non importa; ed è incoerente amare la ragazza e stare male? Sì, è incoerente. Ma lei vale sempre di più. E perché? Non c’è motivo: lo decide il Pettirosso e basta. Cosa è diventato attore a fare, il Pettirosso, se non manda un video alla ragazza? Il Pettirosso l’ha fatto, qualche mese fa. Vorrei che tu guarissi, anima, ecco tutto. Ma anch’io sono un’anima. L’anima è avida, l’avida cerca abbracci, è piccolina ma ringhia, l’anima sente quel fuoco nel fianco (lo slancio è sesso, il sesso è slancio) e allora rompe i limiti, dice “io non scrivo più qui”, e poi torna, per una volta torna, chi se ne frega, ma è tutto gratis, ma non importa più. Vedi, l’anima scopa l’anima, l’hai scritto tu, una volta, e io lo copio da te. Quindi il resto non conta, anche se il resto è una folla di braccia e gambe, te lo posso dire, una vera folla. (Parlo di me: della mia folla). Ma l’anima scopa l’anima, e qui la folla scompare. E il Pettirosso che c’entra? C’entra con tutte le penne, tu lo sai. Perché ho solo questo spazio, per ricordarmi di lui. E ho solo la vita ibrida, la vita androgina – insomma il biscotto Ringo – per riempire questo spazio. Lo sai che “la Natura batte Photoshop uno a zero”? L’ho sentito nelle notizie nuove di Yahoo: non ce n’è una – mai – che sia utile, quindi è tutta poesia (“un sistema compatto e autotelico”, come disse Tonino, il professore: ma chi direbbe che Se telefonando è “un sistema compatto e autotelico”?). Tutto è in tutto, sempre e di nuovo, nervosamente o dolcemente, a seconda del giorno del mese dell’anno, e dell’ora e del punto e del na-no-na-nosecondo: sempre così, a volontà, compatti fino al punto.
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