Trento, 16 marzo 2014. – Chi legge questo articolo fino in fondo deve farne dieci copie e diffonderle a tutti i suoi contatti; poi troverà qualcosa, un tesoro, una caramella, un Pulcinella di plastica, una moneta di Carlomagno, quello che vuole (ma non l’amore: l’amore non si trova mai). Un lettore ideale ci vuole, ma dov’è? Bisogna invogliarlo con la catena di sant’Antonio? Macché, basta meno. In realtà c’è altro in ballo, da qualche giorno. Avete visto cosa ha fatto Paolo Barnard? Ha parlato di donne – le donne con la minuscola, perché poi ci sono le DONNE – e ha perso spazio. Si è lasciato bruciare, come accade. E ora ha dovuto rivelare l’indicibile, come in un Malleus maleficarum bolognese, oggi. Ecco Paolo e il peso-donna sopra il corpo: “Mi sentivo totalmente paralizzato mentre un essere mi sovrastava a stretto contatto, pelle su pelle”. Ed ecco la frase di Paolo al succubo: “Perché terrorizzarmi? Non potevi amarmi?”. No, non poteva: Lilith non può amare Paolo, se no si sarebbe disfatta una potenza, che deve essere oscura, e deve apparire donna e femmina (se no – attenzione – di che cosa può avere paura un uomo? Della Donna, e poi della Morte; e in realtà la Morte, la Luna, la Moda e la Donna sono sorelle, e Leopardi lo sapeva bene, anche troppo). Il mostro della notte non può amare, cioè non deve dare, ma prendere. E il mostro si alimenta del desiderio e del contrasto; e di seme e di disperazione, allo stesso modo. Barnard è un economista e un ex inviato speciale. Perché si occupa di queste cose? Intanto perché le vive. E poi perché ogni problema economico è un doppio problema antropologico: uno, come conservarsi in vita, ma senza sapere perché, come il Pastore errante di Leopardi; due, come tramandare la vita, ma senza sapere perché, come il Pastore errante di Leopardi. Ora sentite la storia del succubo di Barnard, perché è importante: “La presenza si ghiaccia, si discosta da me di un filo, ed esita. La sento esitare… la sento colpita… e sento che è… donna. È donna, potentemente femmina, una femmina demonizzata dal dolore, ma che mi ama nella disperazione di un’impossibilità a persino avvicinarmi, e che ha scelto il terrore per almeno avermi, qualche volta”. Non dite che è un fatto psicotico e basta. È un fatto della sfera del Sacro, distorto e mostruoso, va bene, ma viene da lì. Ripeto: la psichiatria lo banalizza, mentre il fatto è serio: è chiaro che non si tratta solo di Barnard. Il problema è sempre questo, ed è la base di ogni economia, cioè di ogni normalità: a che cosa serve la vita? a che cosa serve la riproduzione? a che cosa serve il piacere? E che cosa accadrebbe se fossimo immortali? Non per nulla Dmitry Itskov investe sulla morte della morte, per diventare androidi. Immortali si diventa, non si nasce; e i potenti – Itskov non è povero, per niente – si illudono di dominare la Quaternità leopardiana che li soppianta: la Morte, la Luna, la Moda e la Donna. Meglio per te: se Itskov ha ragione, nel 2045 l’androide sarà reale, allora non dovrai più accoppiarti, e nessuna Lilith ruberà la vita di una macchina (che non avrà più amore, come la vampira). Buona fortuna: a te, ex animale, ex uomo, miliardario, neocompratore e stilista sapiens sapiens.
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