Trento, 5 luglio 2014. – Si è deciso che ogni profezia è prometeismo, ogni prometeismo è narcisismo, e ogni Narciso è maledetto. Giusto? No, c’è un errore: Prometeo e Beau Brummell non sono la stessa cosa. È ovvio che non sono uguali. Non va bene, non va bene, per niente. Paolo Barnard parla delle stalle di Augìa e il 2 luglio scrive “ho fallito”. Povero anche lui, povero figlio, davvero: ma chi salverà una superiorità disperata? Perché Barnard è a questo punto: in una superiorità disperata, che non guadagna abbastanza per stare in pace. La superiorità disperata ha parlato così, il 30 giugno: “Vigliacchi che puzzano di merda. Tu, tua moglie, tuo padre, tua madre, i tuoi fratelli. E Dio sia ringraziato che esiste un Von Rompuy che vi macella. E il mondo fa schifo perché siete merde. Voi, non la Merkel”. Risposta di Maria Grazia Lazzari sul solito Facebook, nella fanpage di Barnard: “C’è sempre una grande parte di verità in cio che scrivi. Ma sei violento e furibondo,… per fare una presa di coscienza nelle persone… una rivoluzione… ci vuole, calma, pazienza e comprensione… e freddezza… la tua forma di comunicazione invece allontana e spaventa. Ma perché non decidi di non implodere? credi apprezzo molto di te, ma non il tuo modo di comunicare… ti alzi un mattino e sputi a ripetizione su tutto… non è così che ti farai seguire e mi dispiace”. O si sputa a ripetizione – perché no? – o si “rima stoltamente”, annodati e comunali come Guittone e Bonagiunta, morti due volte davanti al Dante vivo (e “violento e furibondo”). Deve prevalere l’impotenza, perché coincide con la cultura, a tutti i livelli. La dolce impotenza considera mondano ciò che è semplicemente mondiale; confonde il dantismo con il dandismo, e la follia con la vocazione. Ora, dal punto di vista dell’impotenza – che per sua natura scrive poesie, et in Arcadia ego –, la scrittura tragicomica & allegorica è spocchiosa o inattuale, anche se è informatissima. Beh, è una cosa triste: il Megafono è disperatissimo e informato, e vuole informare, per mestiere e vocazione; poi lo confondono con Beau Brummell o con “lo sbronzo notturno che attacca discorsi / e racconta i progetti di tutta la vita”; cioè ne fanno una macchietta o un idolo; poi insultano Brummell, o lo sbronzo notturno, e gli dicono che è uno schifoso presenzialista, e pure pazzo – e invece no: appare semplicemente, solo che appare bene, e quando appare si nota. Ma è o era un Megafono, non Brummell. Forse era un po’ Prometeo, un po’ di più, ma non è che amasse la sua croce, proprio per niente. Allora il 2 luglio Barnard ha twittato così: “Quanti di voi sognano di essere riconosciuti x strada da gente adorante ke ti grida SEI UN MITO, BARNARD! RESISTI! Mi capita a Milano… a Roma a Bologna negli aeroporti nei negozi è gente di tutte le età. Rischiano incidenti x sbracciarsi dall’auto. Mi sento morire sempre”. Il megafono preferirebbe l’ascolto all’adorazione: non c’è niente da fare, perché avrà poco ascolto, e anche l’adorazione sarà momentanea, come un buon orgasmo. Quanto agli intellettuali, preferirebbero l’eclissi, è ovvio: il vecchio Montale a Forte dei Marmi, senza salute e senza la sua Clizia.
]]>
Previous ArticleNon chiamatemi maestro. Corrado d’Elia interpreta Strehler
Next Article “Istria 1943 – Joh Mene – un grido nel buio”