“La disumanità non può diventare legge nel nostro Paese.” In una situazione che potrebbe sembrare estratta da un romanzo distopico, queste parole sono state pronunciate da don Luigi Ciotti, fondatore di Libera, durante un incontro a Trani dedicato alla legalità.
L’Incontro a Trani: Un Palcoscenico per la Giustizia
Durante un evento che ha visto la partecipazione di numerosi sostenitori della legalità, don Luigi Ciotti ha espresso il suo pensiero riguardo la situazione dei migranti e i centri di accoglienza recentemente istituiti in Albania dal governo italiano. L’incontro, che avrebbe potuto essere un normale appuntamento istituzionale, si è trasformato in un momento di profonda riflessione sulle politiche migratorie attuali.
La Risposta a una Domanda Difficile
Quando i giornalisti hanno posto a don Ciotti la domanda sul suo parere riguardante i centri per migranti in Albania, la sua risposta è stata carica di emozione: “Io la vivo con l’estrema sofferenza”. Con queste parole, don Ciotti non solo ha messo in luce il suo personale turbamento, ma ha anche sollevato interrogativi sulla natura umana e sulla memoria collettiva di un paese di migranti come l’Italia.
Dimenticare la Propria Storia: Un Pericolo Imminente
“Don Ciotti ci ricorda che abbiamo dimenticato la nostra storia di migranti”, questa frase sembra evocare l’immagine di una nazione che, nel corso degli anni, ha perso il contatto con le proprie radici e i propri drammi passati. L’accusa di disumanità non è leggera e sottolinea una preoccupante disconnessione tra le politiche attuali e il vissuto storico del popolo italiano.
Conclusioni di ViralNews
In un mondo dove le notizie corrono veloci e spesso perdono il contatto con la realtà umana che rappresentano, il monito di don Ciotti a Trani rappresenta una chiamata al risveglio delle coscienze. Da ViralNews, ci troviamo a riflettere non solo sull’impatto delle leggi e delle politiche, ma anche sul modo in cui queste vengono percepite e vissute dai singoli. La disumanità, come ci ricorda don Ciotti, non può e non deve diventare legge. Riflettiamo insieme: come possiamo contribuire a costruire una società che non dimentichi il proprio passato e che metta al centro l’umanità?