Trento, 16 agosto 2021. – Seguendo, con professionale attenzione, l’attività politica dei nostri rappresentanti in consiglio provinciale, che si esercita – come si sa – anche con gli atti ispettivi (interrogazioni, interpellanze, mozioni), abbiamo notato, tra le interrogazioni al presidente della Provincia o alla giunta provinciale dell’ultimo periodo, quella del consigliere Luca Zeni dell’11 agosto 2021 dal titolo “Compensi e riconoscimenti ad personam”. Il testo di quell’atto ispettivo è censurato (dagli uffici del consiglio provinciale su mandato – si presume dell’ufficio di presidenza, ancora incompleto già da un anno con le dimissioni del vice Olivi) perché il nome della persona oggetto dell’interrogazione è sostituito con XX. Andiamo a leggere la delibera giuntale (atto pubblico) n. 1337 del 7 agosto u.s., venendo a sapere che XX altro non è che Carola Bisoffi. Ci chiediamo, allora, perché dal testo dell’interrogazione del consigliere Zeni sia stato depennato il nome della dipendente Bisoffi ( a meno che non sia stato stesso Zeni a censurarsi)? Il caso che denunciamo non è il primo, anzi è l’ultimo di una lunga serie. Ci siamo occupati, qualche tempo fa, ad esempio, dell’interrogazione n. 2749 dell’8 giugno c.a. del consigliere Marini, largamente rimaneggiata con la “forbice” dell’ “istituto degli omissis” (“Alex Marini, consigliere con le “palle”?). A tutti ricordiamo che l’ “art. 163 del Regolamento del consiglio provinciale dispone dell’ ammissibilità di interrogazioni, interpellanze, mozioni ( 1. Non sono ammesse le interrogazioni, le interpellanze e le proposte di mozione redatte in termini ingiuriosi o sconvenienti, o lesivi della tutela della sfera personale o dell’onorabilità dei singoli e del prestigio delle istituzioni. 2. Sull’ammissibilità il Presidente del Consiglio decide inappellabilmente.) Non vogliamo insegnare il “mestiere” al consigliere Zeni, del resto uomo di legge che sa ben districarsi con le norme, né ci interessa sapere se anche lui si trovi nella condizione del consigliere Marini. A noi interessa, invece, che gli atti politici sia intelligibili e non ammettiamo la prassi, purtroppo in uso da qualche lustro in consiglio provinciale, di una illegittima quanto indisponente censura. (nella foto il consigliere Luca Zeni)
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