In una Roma che cerca il proprio equilibrio, Ivan Juric, con la sua filosofia pragmatica, mette in chiaro le sue scelte tecniche: età e curriculum sono dettagli secondari. La priorità è la forma attuale dei giocatori.
Il Dilemma Hummels: Una Scelta di Campo
“Mats Hummels, nonostante il suo prestigioso passato, non ha ancora calcato il prato del campo da gioco in questa stagione con la maglia della Roma”, dichiara Ivan Juric, tecnico giallorosso, alla vigilia del match contro la Fiorentina. La ragione? Una pura e semplice decisione tattica. Juric vede Hummels in competizione diretta con Evan NDicka, quest’ultimo attualmente preferito per il ruolo di centrale in una difesa a tre.
Juric spiega: “Evan è in vantaggio e vedo il suo futuro in quella posizione. Può diventare un top player assoluto”. Nonostante l’esperienza e le competenze di Hummels, la scelta di Juric si basa su chi offre maggiori garanzie nel presente.
Stato Forma dei Big: Pellegrini e Dybala
Passando ad altri pilastri della squadra, Juric si esprime positivamente sulle condizioni di Lorenzo Pellegrini e Paulo Dybala, sottolineando una buona forma nonostante alcune sfortunate occasioni mancate: “Lorenzo è stato sfortunato tra traverse e palle gol finite fuori di poco. Ma li vedo comunque in una condizione ottimale.”
L’allenatore si augura miglioramenti nell’efficacia sotto porta, area in cui la Roma ha mostrato qualche carenza nelle ultime uscite.
Recuperi e Valutazioni: Mancini e Soulé
Un’altra buona notizia per i tifosi della Roma è il recupero di Gianluca Mancini, elemento chiave della difesa. Per quanto riguarda Matías Soulé, la situazione è ancora da valutare, con decisioni che verranno prese più vicino alla partita.
Conclusioni di ViralNews
In un mondo del calcio spesso ossessionato dai nomi e dai palmarès, Ivan Juric dimostra un approccio rinfrescante e spietatamente pratico. La sua decisione di lasciare fuori un giocatore del calibro di Mats Hummels è una chiara dichiarazione di intenti: nella Roma di Juric, si gioca basandosi su meriti attuali, non su glorie passate. Questo metodo può sembrare duro, ma è forse ciò che serve per costruire una squadra solida e meritocratica. Riflettiamo: in un’era di instabilità e cambiamenti rapidi, potrebbe essere questo il realismo che il calcio moderno necessita?