Trento, 22 agosto 2017. – “Baggia e OO.SS”, lettera al Direttore del segretario regionale FIT-CISL Massimo Mazzurana, che Trentino Libero ha pubblicato lo scorso 17 agosto, mi offre l’occasione, al di là del riferimento personale che comunque tratterò in coda, di sostenere che la costituzione di parte parte civile di Trentino Trasporti nel caso di violenze subite dai propri dipendenti, sia un’azione sacrosanta oltre che dovuta. Trentino Trasporti ha il dovere morale e giuridico, prima che aziendale, di fornire ogni genere di assistenza, compresa quella legale, nei confronti del personale colpito nell’esercizio delle sue funzioni che sono di natura pubblica e tutelate dall’art.358 del cp. Se le indagini portano alle identificazione dei responsabili, chiunque essi siano, la costituzione di parte civile da parte di Trentino Trasporti è atto dovuto ed è esattamente quello che chiede il consigliere provinciale Rodolfo Borga nell’atto ispettivo n. 4847 [lettera d) della parte interrogativa] dell’ 1 agosto 2017. L’avvocata Monica Baggia, presidente di Trentino Trasporti, invece, anticipa il presidente della Provincia (dirigente in aspettativa della Trentino Trasporti) e così si esprime “Premesso che la decisione spetta unicamente all’aggredito, noi gestiamo soldi pubblici: che senso avrebbe una costituzione di parte civile contro un profugo o un altro disperato, se non quella di sprecare denaro dei cittadini? È una situazione che si deve analizzare caso per caso» (vedi quotidiano Trentino del 15 agosto). E veniamo al riferimento personale. La causa, intentata dai vertici di Trentino Trasporti (Baggia&Facchin) contro di me per un articolo ( di una lunga serie) ” Trentino Trasporti: idrogeno che passione!”, che scrissi sulla gestione della società concessionaria del trasporto pubblico provinciale, li vide soccombenti. L’articolo in questione non venne rimosso da Trentino Libero perché la Corte d’appello confermò la sentenza di 1° grado, condannando presidente e vicepresidente della Società Trentinino Trasporti al risarcimento delle spese legali per oltre 10 mila€. (per i due gradi di giudizio). La sentenza della Corte di appello mise in luce 3 elementi: il requisito della verità dei fatti; l’utilità sociale dell’informazione; la forma civile dell’esposizione dei fatti. La vicenda, trascurata o meglio “censurata” dagli organi di informazione locale, venne ripresa a livello nazionale da “Notizie – l’Osservatorio per l’informazione”, e a livello politico dal consigliere provinciale Claudio Civettini che presentò una interrogazione (n. 2678 del 16 febbraio 2016) con la quale l’esponente politico chiese, tra l’altro, al presidente della Provincia (dirigente in aspettativa della Societ Trentino Trasporti), chi pagò le spese di soccombenza. La risposta “piccata” del presidente della Provincia è di un’insolenza mostruosa, falsa e omissiva, ed è un’offesa all’interrogante e alle istituzioni che rappresenta, al di là del fatto che anziché essere inviata all’interessato, è stata data al consigliere Borga, come risulta dalla intestazione. Perché insolente, falsa e omissiva? Per la semplice ragione che il presidente Rossi ha considerato la vicenda come un fatto privato, come se presidente e vicepresidente della Società Trentino Trasporti fossero persone qualsiasi. Altro che fatto privato, quando ci sono in ballo milioni di euro di denaro pubblico e la gestione della concessionaria del servizio provinciale di trasporto pubblico. L’ordinanza della Corte d’appello è emblematica. Ai lettori il giudizio!
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