Ventuno pezzi avventurosi dal 1973 al 2013 Dischi ricevuti Verona, 8 novembre 2016. – recensione Vi sono colori che non si vedono. Sono quelli della musica, e possono vantare più sfumature che non quelli delle arti pittoriche, il cui numero necessariamente ad un certo momento è chiuso, mentre infinite per gradazione, intensità, tono possono essere le varianti anche infinitesimali tratte dalle dita umane – come da un archetto – con lo sfiorare, percuotere o pizzicare le corde d’uno strumento. La difficoltà a realizzarle non sta tanto nel produrle da parte dell’esecutore quanto nel prescriverle da parte dell’autore, e non tanto nel trasferirle dal pensiero dove si sono generate a segni grafici sul pentagramma quanto nel dar poi loro vita concreta cioè auditiva. Nell’impresa si sono impegnati il giovane 69enne Claudio Ambrosini, veneziano, ed il giovanotto 32enne Alberto Mesirca, padovano (di Galliera veneta): il primo con lo scrivere, dal 1973 – ed anzi da un inconoscibile abisso dei tempi – al 2013 ventuno pezzi per chitarra – quali originali, quali varianti e divagazioni su temi noti di celebri compositori – , il secondo col trasformare i segni in suoni. Se il lavoro di scriverli non era stato cosa facile, complessi e complicati come sono, quello di eseguirli – così come concepiti dall’autore, interpretandone segni ed intenzioni – è compito obiettivamente indefinibile non esistendo nel vocabolario termine appropriato per definire l’impresa. Si vedano, per rendersene conto, le partiture, visivamente parificabili a grovigli di garbugli, e si ascoltino le interpretazioni, che attestano come quei segni accatastati corrispondano a suoni precisi corredati di sfumature che sono colori musicali e rendono le invenzioni frutto di genialità inventiva fuori dalla tradizione, mentre le realizzazioni sonore sono il prodotto d’una abilità tecnica che, al di là dell’espressività, tocca il funambolismo. Rimarrebbe un cenno alla presentazione pubblicata sull’opuscolo accluso, firmata dall’amico Angelo Gilardino: ma cosciente che la sua lettura mi suggerirebbe di cestinare il mio commento, la rimando a dopo avere licenziato il mio scritto. Il cd, titolato in inglese ma fabbricato in Germania e prodotto in Austria, è Kairos 15012KAI. Per la cronaca, in omaggio al funzionamento della repubblica italiana sortita dalla Resistenza, segnalo che, con data di partenza da Castelnuovo veneto (Treviso) 6 ottobre, il plico contenente il disco mi è stato recapitato da PosteItaliane il giorno 29.
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