Trento, 7 giugno 2022. – Carneade (1) chi era costui? Così attacca il Manzoni nel capitolo WIII dei “Promessi Sposi”, con Don Abbondio immerso nella lettura di un panegirico in onore di san Carlo Borromeo…… è l’incipit celeberrimo del capitolo. Buscema chi è costui? Così attacco io, ma preciso, scusandomi per la dovuta ovvietà, che l’accostamento al grande Manzoni è meramente casuale (io sono piccolo, piccolo…..), altrimenti per chi scrive quell’accostamento è manifestamente ridicolo oltre che presuntuosamente irriverente. Angelo Buscema, anni 72, fu nominato da Mattarella giudice della Consulta il 15 settembre 2020, innovando la prassi, perché è il primo presidente della Corte dei conti in carica (dal 31 dicembre 2017 – fine mandato 9 gennaio 2022), nominato con D.P.R. del 29 dicembre 2017, su proposta del governo Gentiloni), a diventare giudice costituzionale. Cos’è la Corte dei conti? La Corte dei conti è un organo di rilievo istituzionale che svolge funzioni di controllo e giurisdizionali nelle materie di contabilità pubblica e altre specificate dalla legge (art. 100, c.2-3-4 Costi., art. 103 c. 2 Cost.) Come si diventa giudici della Corte dei conti? I magistrati della Corte dei conti sono reclutati tramite un concorso pubblico per titoli ed esami al quale sono ammessi a partecipare magistrati ordinari, amministrativi, avvocati dello Stato e del libero Foro, militari, e impiegati e funzionari pubblici in possesso dei requisiti richiesti dalla legge. I componenti della Corte dei conti hanno la qualifica di magistrati, sia nell’esercizio delle funzioni di controllo che di quelle giurisdizionali e requirenti, in quanto collocati in un unico ruolo senza alcuna distinzione tra le varie funzioni. Come si diventa presidenti della Corte dei Conti? La procedura di nomina prevede l’emanazione di un decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, sentito il parere del Consiglio di Presidenza, tra i magistrati della stessa Corte che hanno effettivamente esercitato, per almeno tre anni, funzioni di Presidente di sezione, ovvero funzioni equivalenti presso organi costituzionali nazionali o di Istituzioni dell’Unione europea. Come si diventa presidenti di sezione della Corte dei conti? Anche in questo caso la nomina è del governo, formalizzata con D.P.R. Qual’é lo stipendio dei magistrati nella qualifica di presidente di sezione della Corte dei Conti? Euro 204.830,90 annui, al lordo dei contributi previdenziali ed assistenziali e degli oneri fiscali a carico (fonte Corte dei conti). Fin qui notizie generali. Angelo Buscema, un Carneide, balzato alla cronaca di questi, giorni, perché redattore della sentenza n. 136 della Consulta che ritiene costituzionalmente legittimo il taglio dei vitalizi degli ex consiglieri del Trentino Alto Adige. Prima di commentare la sentenza, ancora due parole sull’ubiquitario (vedi curriculum vitae ) dottor Buscema. Una carriera alla Corte dei conti, la sua, culminata con la presidenza. Dunque, presidente di sezione per nomina politica, presidente della Corte per nomina politica. Nel 2018 ha percepito uno stipendio annuo di 240mila€ (fonte Corte dei conti) Abbonato alle nomine politiche, oggi è giudice costituzionale – come detto – di nomina presidenziale, politica anche questa. Nell’ambito della Consulta ricopre i seguenti incarichi: componente del comitato di amministrazione della Cassa di previdenza e assistenza e della commissione studi e regolamenti. Il dottor Buscema, dunque, rompe l’anonimato (non tra gli addetti ai lavori) con la sentenza n. 136/22 (depositata lo scorso 3 giugno,) di cui è redattore con l’avvallo degli altri tredici componenti a cominciare dal presidente, il super pensionato Dottor Sottile. Tra i magnifici 15 anche la trentina DariaÂÂ de Pretis, attualmente vicepresidente, rettore di UNITN in aspettativa. Mi occuperò anche di lor signori, per due terzi di nomina politica (un terzo di nomina del presidente della repubblica, un terzo di nomina parlamentare, un terzo di nomina dell’ordine giudiziario). Che dice la sentenza? Vado al nocciolo, per gli aspetti giuridici la parola agli avvocati. La Corte Costituzionale, nel caso della 136, va contro tutte le sue precedenti sentenze e praticamente abolisce tutti i principi giuridici che erano considerati incrollabili, aprendo la porta all’arbitrio politico nel trattamento dei vitalizi. Il caso della Regione Sicilia. La Corte Costituzionale nulla eccepisce sul contributo di solidarietà della legge di riforma dei vitalizi degli ex parlamentari regionali (lì si chiamano così i consiglieri regionali) perché fuori dal “tema decidendum” (il ricorso del governo non lo contesta) ma si richiama alla “giurisprudenza costituzionale relativa alle previsioni che introducono cosiddetti contributi di solidarietà o stabiliscono il blocco o la limitazione dei meccanismi di rivalutazione delle pensioni. (da ultimo, sentenze n. 234 del 2020, n. 213 del 2017, n. 173 del 2016 e n. 316 del 2010).” Mi spiego. La Consulta – sentenza n.234/2020 – ha ridotto da 5 a 3 anni il contributo di solidarietà sulle c.d. pensione d’oro (superiori a 120mila€ annui), mentre le altre citate che si riferiscono alle varie formunalazioni dei governi Monti, Letta e Renzi, lo correggono se non lo aboliscono, affermando sempre la provvisorietà temporale di 3 anni. Nel caso della sentenza di Buscema & C. (136/22), invece, il contributo di solidarietà per gli ex consiglieri del Trentino Alto Adige è perpetuo. Colpite sono soprattutto le vedove degli ex consiglieri anche nel caso del limite del cumolo tra vitalizio parlamentare e regionale. Non c’è dubbio alcuno, la sentenza “Buscema” (n.136/22) è politica, i giudici costituzionali per 2/3 sono di nomina politica, il governo è naturalmente organo politico. Tuttavia, il governo, valutando la legge siciliana di riforma dei vitalizi, non ha dunque contestato la provvisorietà del c.d. contributo di solidarietà o ritenendolo in contrasto con il consolidato del Giudice costituzionale, oppure perché la Sicilia ha un peso politico che esercita, mentre latitante, in questo, caso è la Regione Trentino Alto Adige che va, come ben sappiamo, in segno contrario. Signori giudici costituzionali smettetela di tirare in ballo “le esigenze di contenimento della spesa pubblica e di equità” per giustificare questa sentenza. Pensate alle vostre indennità e alle vostre plurime pensioni o vitalizi, o rendite vitaliazie). Per voi nessun limite di cumulo…… A tal fine, vi ricordo – questa volta alzo la voce – che gli ex consiglieri attualizzati della Regione Trentino Alto Adige hanno regalato, unico caso in Italia, tramite il loro fondo di garanzia, ben 58 milioni€ alle casse (non scassate) pubbliche regionali (sentenza definitiva Tribunale di Bolzano del 28 febbraio 2022). (1)Il fatto che il nome di Carneade di Cirene sia entrato come antonomasia nel nostro vocabolario non si deve a lui. Si deve ad Alessandro Manzoni. Infatti, Carneade non è un filosofo dei più celebri! La Treccani attribuisce ad Alfredo Panzini, negli anni venti del Novecento, la prima attestazione dell’uso di Carneade come ‘persona ignota o poco nota’ (nella foto Angelo Buscema)
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