Trento, 10 ottobre 2013. – Che cosa regalare al Sagittario? Questo endecasillabo nasconde tremende inquietudini. Meglio trovarsi preparati per il regalo: l’amico scattante e l’amica con gli occhi grandi stanno aspettando. Prima di tutto, chiedetevi, con un altro endecasillabo: ma noi li conosciamo veramente? Imparate: il Sagittario non ama con la lacrima sul viso. Il Sagittario vi stima, e se siete degli Eletti vi adora. Vi ama – cioè vi adora – finché vi stima. Se lo deludete, lo perdete per sempre; ma non vi odierà, perché non ne è quasi capace. Il Sagittario disprezza i vili e ama i grandi (anche nelle piccole cose: avete sentito il buon Bergoglio sulle suore zitelle? Ecco, è un Sagittario; se il grande decade, il Sagittario odia se stesso: la mia estetica tradita!, oh Vita!, oh Mondo! (e avrà accenti tragici, come nel testamento di Beethoven). Dice: e adesso con chi parlo? È un bel problema. Poi torna, perché torna sempre. Potrebbe venirvi molto vicino, invisibile (lui lo crede), per respirare dove siete passati; in fondo è infallibile – Chirone è il maestro impeccabile – e pensa che l’ex grande tornerà grande, anche più di prima. Meglio per voi, vuol dire che lo siete davvero. E meglio per lui, che strappa un po’ di vita alla vita, e se la tiene stretta. Se volete male ad un Sagittario, deludetelo: lo ucciderete. Non è uno scherzo: lo ucciderete davvero. Vergogna. Ma finora va tutto bene, voi siete il suo idolo e lui aspetta un regalo. Proprio per evitare la delusione – che lo ucciderebbe – ecco qualche consiglio per gli acquisti. Prima di tutto, naturalmente: niente di noioso, piuttosto una cosa triste, Kafka nella pentola dei cannibali, il filmato di un’autopsia, ma non un libro senza vita, un film senza sangue, una musica trita. Perché il Sagittario esagera occhi e naso per sentire la varietà, nient’altro che la varietà. Non sopporta le opere vili: Andrea Inglese – tanto per dire – su “Alfabeta2” parla di un nuovo tipo di poeta, che abiura da qualunque fascino, diventa una collettività, non un singolo (e l’intimità è una merce? Mai! Ecco come vi risponderà). Fiammetta Cirilli pubblica in Rete le prose di una vita senza luce, senza amore, tristezza oggettiva e senza rimedio, praticamente la succursale dell’Ikea in una domenica di pioggia. Ecco: non parlate mai di queste cose ad un Sagittario: ha bisogno di sentirsi vivo, e più lo fate sentire vivo più vi stimerà, e dunque vi amerà, a modo suo (ma non poco: mai poco). In pratica: di solito il Sagittario ama la musica, e spesso è musicista per natura: le corde di uno strumento gli sembrano quelle dell’arco simbolico, le percussioni o i tasti gli ricordano gesti antichi. Allora: musica, ma che sia bella. Non solo bella. Deve essere musica veemente – quanto ama quel filo di retorica ironica, gli aggettivi arcaici di cui è venerabile custode – e può essere Coltrane nell’Olatunjii Concert o Paolo Conte nel live all’Arena di Verona. Può essere – per esempio – Claudio Orlandi dei Pane che canta Annarella; e tutto quello che hanno fatto i Pane. I libri devono essere scritti da Dio, in tutti i sensi. Devono avere una prosodia feroce e sontuosa, e possibilmente parlare di viaggi, di gloriose giornate, di sesso ben fatto, di guerre ben vinte, di sconfitte ingiuste, di rifugiati politici e dame belle, ironiche e intense. Libro ideale: Tondelli, Altri libertini; ma anche Camere separate. Il Sagittario potrebbe amare molto Busi, tutto Busi: soprattutto i libri di viaggio. Per la disperata allucinazione intellettuale, anche Thomas Bernhard: i libri biografici, per esempio, e anche Antichi maestri (però lasciate stare Il soccombente). Ora, il libro può essere triste, tristissimo, disperato; non importa. Deve stimolare la grandezza necessaria alla vita. Consigli per gli acquisti, a caso ma meditati: Gian Ruggero Manzoni, Tutto il calore del mondo (testi di guerra, da una guerra che sembra durare da sempre, e che si vince anche perdendola, perché la gloria è gloria, e un po’ di violenza, anche solo simbolica, è nell’uomo, anzi è l’uomo: lo dice Massimo Fini, e quanto amiamo questi guru furiosi). I libri di Fosco Maraini, per esempio Gli ultimi pagani e Il gioco dell’universo. Non dimenticate Chatwin, è chiaro. Anche Terzani è simpatico, ma non nel Meridiano Mondadori, che non gli assomiglia (i libri si devono portare in viaggio): La fine è il mio inizio è qualcosa, può valere la pena. E Guillaume Le Blanc, Courir: è in francese, ed è una filosofia pratica della Corsa, scritta benissimo: il futuro livre de chevet del viaggiatore appiedato. E Chiara Daino, Siamo soli (morirò a Parigi): questo non si descrive, ma si legge; e il Sagittario vibra perché c’è Parigi, e morire a Parigi gli dà subito l’idea di una morte grande e gloriosa, circondata da eventi sovrannaturali (è così, e avvengono tra pochi, e nessuno lo sa); è la scrittura da adorare – appunto –, anche se spezza il cuore: la prosodia è perfetta, l’eroe è donna – meglio – e chi ha scritto ha scritto (perché si scrive in un solo modo, cioè bene). Oppure un catalogo di antichità, o un libro con gloriose immagini dei numi: Grace Kelly o Fidel Castro, l’Imperatrice Elisabetta o i Dialoghi con l’Angelo di Gitta Mallasz. Le lettere di Caterina da Siena vanno benissimo. E poi: qualunque cosa abbia una disperata tenerezza ironica, anche un po’ triviale (il Sagittario adora cose come Scrubs, ammettiamolo, e per lui Forrest Gump è un avatar, e Louis de Funès un profeta). I libri di Bergoglio no, per ora: qualunque Sagittario sa – perché lo pratica – il segreto della santa semplicità di Francesco (è santa, ma non è semplicità: è signoria). Meglio vederlo dal vivo. Importante: non roba costosa. Un momento: va bene anche quella, ma dovete dire che l’avete trovata per terra, per ispirazione divina. Oppure nel mercatino di Don Gallo, con un euro di offerta. Se vi adora, vi crederà. Vi considera magici, e cosa c’è di meglio della conferma? Evitate le poesie dei coniugi sterili (nel cuore), dell’infelicità senza desideri, dei poeti senza corpo e i romanzi senza storia. Meglio Il cielo sopra Berlino, e anche il sequel: per molti Sagittari non sono finzioni, ma veri documentari, anche quando Cassiel ispira Gorbačëv. E in generale: non poesie, ma Poesia. Non finzioni pure, ma grandi Esempi (da cui imparerà, e poi insegnerà: è un’antenna nata). A proposito di antenna, Otto Sander è morto un mese fa: Cassiel è ridiventato un angelo.
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