In una mattinata che ha visto il Grattacielo Piemonte trasformarsi in un palcoscenico di protesta, gli attivisti di Extinction Rebellion hanno lanciato un messaggio forte e chiaro alla Regione Piemonte. Con uno striscione pungente e parole taglienti, hanno denunciato la mancata attuazione delle politiche promesse per combattere l’emergenza climatica.
La Scena del ‘Crimine’
Era una mattina come tante altre a Torino, ma il fronte del Grattacielo Piemonte si è svegliato con un nuovo accessorio: uno striscione che denuncia “Un altro anno di fallimenti”. Questo atto non è solo una dichiarazione d’arte, ma un grido di battaglia contro l’inazione politica. Gli attivisti, armati di colla e determinazione, hanno anche adornato i vetri con la frase: “La Regione osserva, il Piemonte affonda”.
Promesse al Vento
Nel 2020, sotto la guida di Maurizio Marrone di Fratelli d’Italia, il Consiglio regionale del Piemonte aveva dichiarato lo stato di emergenza climatica. Tuttavia, come sottolineano gli attivisti, a cinque anni di distanza, le azioni concrete sono ancora all’orizzonte, un miraggio politico che non ha mai preso forma. Sacha, voce di Extinction Rebellion, lamenta la mancanza di progressi reali, nonostante le promesse fatte.
Azioni di Facciata?
Antonio, un altro attivista presente sulla scena, critica la Regione e il governo italiano per aver preferito politiche di adattamento e interventi d’emergenza piuttosto che soluzioni preventive e sostenibili. Nonostante disastri naturali come alluvioni e siccità, che hanno provocato danni per milioni, la risposta è stata l’istituzione tardiva dell’Osservatorio regionale sui cambiamenti climatici, annunciata a fine dicembre 2024, con un budget di 850 milioni di euro.
La domanda sorge spontanea: è troppo poco, troppo tardi?
Conclusioni di ViralNews
In un mondo che brucia, non letteralmente ma quasi, l’azione di Extinction Rebellion a Torino non è solo un richiamo all’ordine, ma una sirena che suona per svegliare i poteri dormienti. La creazione dell’Osservatorio regionale sui cambiamenti climatici potrebbe essere un passo nella giusta direzione, ma il ritardo con cui è stata attuata solleva preoccupazioni legittime sull’efficacia e la tempestività delle risposte politiche alla crisi climatica.
In un’epoca di crisi climatica, l’inazione è il più grande nemico. Come cittadini e abitanti di questo pianeta, dobbiamo chiederci: le misure adottate sono sufficienti? E più importante, arriveranno in tempo per fare la differenza? La protesta di oggi a Torino ci invita a riflettere sulla responsabilità che ciascuno di noi ha nel richiedere e attuare cambiamenti reali. Non lasciamoci affondare insieme al Piemonte.