Dopo sei decenni di oblio, il romanzo “Il lungo viaggio di Einar” di Alberto Manzi, pubblicato originariamente in Germania nel 1963 e mai apparso in Italia, vede finalmente la luce nella nostra lingua. L’opera, resuscitata grazie a ricerche online, esce il 15 ottobre per Gallucci editore, portando con sé storie di coraggio e speranza nel gelido Nord della Lapponia.
Un ritrovamento inaspettato
La storia del ritrovamento di questo tesoro letterario è quasi romanzesca quanto il contenuto del libro stesso. Massimo Manzi, figlio dell’illustre educatore e scrittore, spiega di aver scoperto l’opera mentre navigava online alla ricerca delle pubblicazioni del padre. “È un romanzo breve, parla di un viaggio avventuroso in un paese della Lapponia”, racconta Massimo. Questa ambientazione, insolita e affascinante, è solo uno dei tanti elementi che rendono “Il lungo viaggio di Einar” un’opera da non perdere.
Il cuore della storia
Il protagonista del romanzo, Einar Wallquist, è l’unico medico in una remota area della Lapponia. Decide di vivere in queste terre ostili per offrire aiuto ai lapponi, che lottano quotidianamente contro un clima impervio e una natura indomita. Manzi scrive: “La natura infuriava incontrastata, senza che nessuno le opponesse resistenza. I lapponi restavano in piedi solo grazie al loro coraggio; ma cosa può fare il coraggio, se non è sorretto dalla speranza? E la speranza di tutti loro era Einar”. La trama si snoda attorno al tentativo disperato di Einar di salvare la vita dell’anziano Eskil, trasportandolo su una slitta verso l’ospedale più vicino a Stoccolma, sfidando pericoli e avversità.
Un’eredità culturale
Alberto Manzi, noto soprattutto per il suo programma televisivo “Non è mai troppo tardi”, ha lasciato un’impronta indelebile nel campo dell’educazione in Italia, insegnando a leggere e scrivere a oltre un milione e mezzo di persone. Con “Il lungo viaggio di Einar”, emergono nuove sfaccettature del suo talento, mostrando il suo profondo impegno umanitario e la sua sensibilità verso culture e storie meno conosciute. La pubblicazione coincide con il centenario della nascita di Manzi, offrendo un’occasione per riscoprire e celebrare il suo vasto contributo letterario e pedagogico.
Conclusioni di ViralNews
Nel riscoprire “Il lungo viaggio di Einar”, ci imbattiamo non solo in una storia di avventura e resilienza, ma anche nell’eco di un passato letterario che rischiava di essere dimenticato. Alberto Manzi, con la sua vita dedicata all’istruzione e alla letteratura, ci ricorda l’importanza di ogni singola voce, di ogni singolo Einar che, sebbene possa essere stato dimenticato dalla storia, ha lasciato un segno indelebile su chi gli è stato vicino. Invitiamo i nostri lettori a riflettere su quante storie simili attendano ancora di essere raccontate e di essere ascoltate, perché ogni viaggio, non importa quanto lungo o difficile, merita di essere raccontato.