Trento, 28 maggio 2012. – “La corte suprema degli Stati Uniti d’America, culla da sempre delle lotte razziali, ha stabilito ancora negli anni ’90 che la più alta forma di discriminazione è farsi dei pregiudizi e di conseguenza giudicare il valore delle persone decidendo se conferirgli o meno una carica od incarico e se confermare loro un diritto; in base all’appartenenza di gruppi etnici, di scelte personali, religiose, sessuali o in caso di pregiudizio dettato da una malattia invalidante…Un bel passo da gigante dettato in quella nazione che sino agli anni ’60 discriminava le persone di colore”. Inizio così questo mio articolo di oggi, lunedì 28 maggio perchè vorrei ampliare sociologicamente quelle che sono le conquiste giuridiche che le nazioni in questi anni hanno potuto fare emergere, proteggendo i diritti di quegli uomini e donne che sino a pochi anni morivano a causa degli stessi. La Corte Suprema degli Stati Uniti sentenzia “….che la discriminazione più alta è giudicare il valore delle persone in base ai gruppi che appartengono o alle scelte di orientamento che fanno”. L’articolo 7 proibisce ogni forma di discriminazione in particolare cita sugli orientamenti sessuali: … IlParlamento europeo […] condanna i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali, in quanto alimentano l’odio e la violenza, anche se ritirati in un secondo tempo, e chiede alle gerarchie delle rispettive organizzazioni di condannarli […] Quindi dal punto di vista della legge essere omosessuali, di etnia diversa, avere l’AIDS non solo non devono essere considerate delle discriminanti, ma dal momento in cui a causa di ciò un diritto viene leso, ad esempio licenziare qualcuno perchè malato di AIDS, è considerato reato. Certo, la legge oggi fa molto per poter riconoscere i diritti di persone che vivono la propria esistenza in un certo modo, sia per causa genetica che per scelta, ma si può dire la stessa cosa della dignità? Perchè ciò che ferisce le persone che subiscono una qualsiasi forma di discriminazione, non è tanto il diritto leso, ma la mancata accettazione di sè, delle proprie peculiarità, sono i pregiudizi che arrivano a giudicare le stesse nella loro integrità, sono le etichette che non consentono di riconosce ad ognuno i propri meriti, le proprie competenze e il proprio valore. La morte sociale, l’isolamento che queste persone vivono la legge non la può colmare. Discriminare infatti significa diversificare in modo iniquo e opinabile una disparità di trattamento, in spregio a fondamentali principi di uguaglianza sociale e politica. L’omosessualità non deve essere una discriminante solamente a livello di legge,come non lo deve essere l’etnia, l’appartenenza a gruppi specifici, la religione, le malattie (AIDS) etc…E non basta la sola legge a fare rispettare i diritti. E’ la forma mentis che deve cambiare e sono le persone che non debbono più usare le discriminazioni come forma di relazione tra gli individui e i popoli. Sebbene la corte superiore degli Stati Uniti d’America ha decretato che la discriminazione fatta a causa di appartenenze di gruppi o per le proprie scelte sessuali è la più alta forma di discriminazione che esista e che L’art.7 della Carta Europea dei diritti difende le scelte sessuali. Sebbene il PARLAMENTO EUROPEO condanna i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali, in quanto alimentano l’odio e la violenza, anche se ritirati in un secondo tempo e chiede alle gerarchie delle rispettive organizzazioni di condannarli, sebbene tutto ciò è il pregiudizio che deve essere sradicato. Alleanza Italiana si batte per il rispetto dei diritti e il riconoscimento del valore intrinseco delle persone, asserendo che ” ….Non debbono esistere discriminanti di sorta se non quelle ottenute da chi discrimina. Solo chi discrimina può e deve essere a sua volta discriminato..”. E la strategia che mette in atto Alleanza Italiana è la Formazione, l’ Informazione e lo scambio reciproco. Ma per fare ciò si ritiene altresì necessario che tutti coloro che scelgano di vivere una vita diversa da quella che è l’etica morale in uso in un determinato paese, deve poterlo fare nel modo corretto per favorire sia la propria integrazione che lo scambio reciproco di dialogo. In virtù di ciò Alleanza Italiana difende i diritti degli uomini in ottemperanza alla legge; ma non giustifica che gli stessi vengano esibiti attraverso modalità inadeguate e indecorose eccessive. I diritti debbono essere rispettati ed evidenziati nelle modalità legittime; perchè non bisogna mai dimenticare che dal momento in cui si evidenzia e si porta alla luce un nostro diritto non dobbiamo ledere quelli altrui. Porto un esempio riguardo la prostituzione di strada. La prostituzione in Italia non è una professione regolamentata se non nel favoreggiamento, sfruttamento, induzione, adibire all’uso etc… Ma non legifera nulla, se non in merito all’abuso della stessa da parte di terze persone, rendendo tale professione (perchè se si percepisce denaro è una professione) borderline. Il diritto quindi di vendersi per strada rimane. Ma le modalità con le quali si evidenzia possono fare diventare un diritto un pericolo per gli altri? Certamente. Difatto, chi decide arbitrariamente di esibirsi di giorno vicino alle scuole con atteggiamenti inequivocabilmente ambigui e spesso pornografici fa si che un diritto di “lavoro” personale oltraggi i diritti altrui. E, a parte i clienti ben contenti di poter ammirare le signorine o i signorini, non direi che la stessa cosa accada per chi cliente non è. Quindi in questo caso l’utilizzo di un diritto limita o lede quello altrui. La stessa cosa può accadere per scioperi e manifestazioni. C’è modo e modo di manifestare un proprio diritto. Una manifestazione pacifica discreta e positiva è legittima; la manifestazione dei Black B che rompono e saccheggiano no. Gli sciperi sono un diritto per chi li esercita, ma un limite per chi li subisce. Così per l’omosessualità. Una manifestazione gay discreta è legittima, una manifestazione esibizionistica una forzatura. Se la legge protegge i diritti, per poter fare in modo che gli stessi vengano universalmente riconosciuti non dobbiamo mai dimenticare che il nostro diritto termina se violiamo o limitiamo quello altrui. Quindi è necesario utilizzare comportamenti adeguati durante ogni manifestazione. Perchè a parte i diritti sanciti per legge, è necessario sradicare gli atti discriminanti sociali per potere vivere bene. E l’unico modo è conoscere, vivere, capire, affrontare l’altro. E per farci volere bene, per farci conoscere dobbiamo permettere agli altri di non temerci non ghettizzandoci vivendo attraverso atteggiamenti trasgressivi, volgari o di dubbio gusto perchè se fosse così non possiamo poi lamentarci che gli altri ci evitino. Perchè, un conto è farci conoscere attraverso la messa in pratica di atteggiamenti fuori regola, un conto è misurarsi con gli stessi strumenti degli altri non tagliandoli fuori. Perchè anche chi non comprende ha diritto di capire senza spaventarsi. Quindi la parola d’ordine è empatia e rispetto verso gli altri evitando anche e soprattutto le esagerazioni che servono solo a distanziare e non certo a conciliare. E stavolta concludo questo mio articolo non con una mia frase, ma con la frase di un grande filosofo metafisico che apprezzo: “Ciò che ha un prezzo può essere sostituito da un equivalente, ma ciò che ha un valore no. Ed è la dignità”. Emmanuel Kant Elisa Visconti
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