Tra le antiche mura della Scuola Grande di San Marco, un evento di rara intensità si prepara a scuotere le fondamenta della spiritualità e dell’arte: la rievocazione del “Commento al Vangelo di Giovanni” di Meister Eckhart, teologo e mistico del tredicesimo secolo, prende vita in una serie di rappresentazioni che promettono di essere un’esperienza unica.
Quando la Storia incontra l’Innovazione: Un Palcoscenico senza Tempo
Dal 3 al 9 marzo, e poi ancora dal 11 al 15 marzo, il Portego delle colonne si trasforma in un crocevia di epoche e idee. La regia di Antonello Pocetti e le scenografie di Antonino Viola, già applaudite per il loro “Prometeo” di Luigi Nono a gennaio, promettono di fare da ponte tra il medioevo e la contemporaneità.
Un Ensemble Stellare per una Produzione Epica
Federica Fracassi, Leda Kreider e Dario Aita, tra gli interpreti principali, prestano la loro arte per dare voce ai profondi testi di Eckhart, alternando il latino originale all’italiano. Il tutto è arricchito dalle proiezioni video di Andrew Quinn e dall’impeccabile proiezione sonora di Thierry Coduys.
Un Luogo Carico di Storia
L’evento si svolge nella suggestiva Scuola Grande di San Marco a Venezia, un edificio che da solo racconta storie di secoli. La scelta di questo luogo non è casuale: l’architettura e l’arte del complesso dialogano con il lavoro di Eckhart, creando uno spazio dove tempo e spazio sembrano sospendersi.
Introduzioni d’Eccezione
Ogni serata sarà introdotta da personalità di spicco del mondo culturale e religioso, tra cui il cardinale José Tolentino de Mendonça e il filosofo Massimo Cacciari. Queste introduzioni aggiungono un ulteriore livello di approfondimento e riflessione che rende ogni serata unica.
Un’Architettura Scenica che Unisce
Il design scenico, concepito per abbracciare l’intero atrio della Scuola Grande, si ispira alle scholae cantorum medievali, luoghi di incontro e canto, rievocando così l’atmosfera di comunità che è centrale nell’opera di Eckhart.
Conclusioni di ViralNews
In un’epoca dove il confine tra sacro e profano sembra sempre più sfumato, la Biennale di Venezia ci offre una chiave di lettura potente attraverso l’opera di Meister Eckhart. È un invito a riflettere sulle dimensioni più profonde dell’essere umano, in un dialogo che supera i secoli. Se l’arte è veramente uno specchio dell’anima, allora questi giorni di spettacolo saranno un’occasione per guardare dentro noi stessi e forse, scoprire qualcosa di inatteso. Non lasciatevi sfuggire questa esperienza unica di connessione tra passato, presente e futuro.