Trento, 7 dicembre 2015. – Come se una vittima di bulli potesse parlare. Forse sì. Se parla ora, è un buon segno: significa che la vittima è sopravvissuta. Ora quella vittima di bulli è diventata un Personaggio. E che cosa fa un Personaggio? In fondo, fa due cose: o si gode la vita o insegna a vivere. Il fatto è che alla vittima non importa niente di godersi la vita. Ora insegna. E parla come un giovane Leopardi o un vecchio Parini, che parla al branco. L’infinito è adatto agli aforismi e agli ordini. È un modo retorico e il Retore dice, prima di tutto: “Non smettere di mangiare o di fare sesso. Si può continuare. Ma bisogna smettere di parlarne: chi parla di sesso e di cibo non si rende conto di parlare solo di sesso e di cibo. Non c’è bisogno di rassicurare il branco sulla propria vitalità”. E poi dice, abbassando la voce: “Bisogna amare le famiglie e gli antenati in privato, ma non parlarne troppo in pubblico. Chi parla della sua famiglia non è singolare, o si vergogna di esserlo. Non ci si deve vergognare della singolarità. La singolarità è una virtù. Il branco deve capire che non tutto è branco”. Il Retore singolare è preciso: “Avere figli è bello, ma non è un dovere. I figli sono singolarità che sgusciano fuori dalla singolarità dei predecessori. È un atto delicatissimo e non è obbligatorio. Chi non ha figli biologici non è un fallito. Il branco deve capire che l’estinzione è naturale come l’esistenza”. E ancora: “Bisogna urlare meno, e non gesticolare. Si fa per dimostrare al branco che si esiste, perché chi non fa rumore e non si muove è invisibile. Ma è meglio essere invisibili che bestiali: i veri capi del branco sono invisibili, ma il branco non lo sa”. Su una cosa il Retore è feroce: “Convincersi che la Cultura non ha niente a che fare con la Scuola. La Scuola è un parcheggio sociale, ma la Cultura è conoscere libri, film, musica, arte, architettura, religione, in dosi gigantesche; e poi viaggiare; ed è Cultura non gridare e non gesticolare come burattini”. E poi: “Diffidare dei funzionari pubblici e mediatici della Cultura. Hanno lauree e cattedre comprate, sono ignoranti, le tirature dei loro libri sono false, non hanno scritto i loro libri, e sono sgradevoli, anche fisicamente” E questa è grossa: “Non dire mai che gli Italiani hanno dipinto la Cappella Sistina e inventato qualcosa. Non sono stati gli Italiani, ma Michelangelo e quelli come lui. I meriti sono sempre singolari, non del branco”. Leopardi è offeso dal film di Martone, perché lo italianizza e lo abbassa. E adesso ringhia: “È fondamentale guarire presto dalla vera ossessione italiana. La vera ossessione degli Italiani sono gli Omosessuali. Per gli Italiani è omosessuale il timido, chi legge molti libri, la ragazza struccata e con le spalle larghe. Qui tutto è sesso e il legame del branco è sessuale, ma l’Educazione e la Cultura non sono cose da branco italiano”. Chi ha parlato? Un Retore, contemporaneo e infuriato. Di lui, il branco non sapeva una cosa: quello lì era molto più furioso del branco, però era tranquillo; ed era sempre singolare, mai plurale. Era lì, solo e singolare, ad immaginarsi poeta ed armato, sempre vivo e calmissimo. E – da retore – sapeva di sapere: qua passa ancora qualche anno, poca roba – pensava – e poi mi moltiplico.
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