Mi ritrovo, mio malgrado, al centro di questa vicenda e, da diretto interessato, racconterò quanto accaduto, accompagnando il mio racconto con il decreto di archiviazione emesso dal GIP di Trento, dottor Francesco Forlenza.
Riepilogo dei fatti.
Il 30 novembre 2016, durante l’ultimo comizio del Comitato “No alla Riforma Renzi”, del quale ero presidente, ho avuto un malore che ha richiesto un’immediata ospedalizzazione presso l’ospedale S. Chiara di Trento.
La stampa ha dato ampio risalto alla notizia. In particolare, il giornale “Trentino” ha condiviso l’accaduto sulla sua pagina Facebook. Sotto questa pubblicazione, due individui hanno lasciato commenti offensivi e diffamatori. Pertanto, ho presentato una denuncia-querela per diffamazione e minacce nei loro confronti.
Il 28 marzo 2017, la Procura di Trento, rappresentata dal p.m. dottor Marco Gallina, ha proposto l’archiviazione del procedimento, sostenendo l’impossibilità di identificare i responsabili delle offese. Contrariamente, ho insistito sull’opportunità di utilizzare le competenze della Polizia Postale per risalire agli autori dei commenti.
Il 20 settembre, il GIP di Trento, dottor Francesco Forlenza, ha concluso che non è possibile identificare gli autori a causa della mancanza di collaborazione da parte degli USA, dove Facebook ha sede. Ha aggiunto che gli USA privilegiano la libertà di parola come diritto fondamentale.
Tuttavia, ci sono state occasioni in cui la giurisdizione trentina ha emesso sentenze diverse. In un caso, Paolo Serafini fu condannato per un commento diffamatorio su Facebook. In un altro, Enrico Rizzi fu condannato per aver offeso Diego Moltrer, sempre su Facebook. In entrambi i casi, Facebook aveva sede negli USA.
A livello nazionale, la Polizia Postale ha recentemente denunciato 10 individui per commenti offensivi su Facebook nei confronti della presidente della Camera.
Traggo le mie conclusioni, lasciando ai lettori il giudizio sulla vicenda.
(1) Decreto archiviazione del GIP di Trento, dottor Francesco Forlenza