Descriviamo un evento singolare nella storia musicale italiana, dove giornalisti si trasformarono in parolieri, creando un’epoca di canzoni fantasma attraverso il Cantastampa.
Il Festival che Sfidò le Convenzioni
Negli anni ’60, un evento unico ha scosso il panorama musicale italiano: il Cantastampa. Ideato da Sandro delli Ponti e Gianni Ravera, già noto per il suo ruolo nel Festival di Sanremo, questo festival aveva una peculiarità: i parolieri erano sostituiti da giornalisti iscritti all’Ordine. Tra questi c’era Maurizio Costanzo, che debuttò nel 1963 con il testo di “Camilla”, musicato da Piero Soffici. Un esordio che precedette di tre anni la sua collaborazione con Mina e Ennio Morricone in “Se Telefonando”.
Un Tesoro Perduto e Ritrovato
Per anni, il Cantastampa è rimasto un ‘festival fantasma’. Molte delle canzoni scritte furono dimenticate, i materiali originali si persero e i filmati delle esibizioni non si trovano più negli archivi della Rai. Ma grazie al libro “C’era una volta il Cantastampa”, di Michele Bovi e Pasquale Panella, i testi inediti sono stati pubblicati e la storia di questo insolito festival è stata riportata alla luce.
La Riscoperta di un’Epoca
La presentazione del libro ha avuto luogo il 22 marzo all’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, a Roma. Durante l’evento, figure storiche del mondo della musica e del giornalismo italiano, come Edoardo Vianello e Don Backy, hanno letto i testi delle canzoni a loro dedicati. Anche il famoso avvocato e amico di Costanzo, Giorgio Assumma, ha partecipato, leggendo “Futuro”, un altro testo scritto da Costanzo per il Cantastampa del 1972.
I Giornalisti Leggono i Giornalisti
Il fascino di questo festival rivive anche online. Sul canale Youtube @cantastampa è disponibile la playlist “I giornalisti leggono i giornalisti”, dove personalità come Marco Travaglio e Aldo Grasso interpretano i testi scritti dai loro predecessori. Questa iniziativa non solo celebra la storia del giornalismo e della musica italiana ma offre anche un’insolita testimonianza dell’intreccio tra queste due forme d’arte.
Conclusioni di ViralNews
Il Cantastampa è più di un semplice aneddoto nella storia della musica italiana; è un simbolo della creatività e dell’innovazione. La sua riscoperta grazie agli sforzi di Bovi e Panella non solo arricchisce la nostra comprensione del passato ma invita anche a riflettere sulla continua evoluzione dei ruoli nel mondo dell’arte e della comunicazione. In un’era dove i confini tra le diverse forme di espressione sono sempre più sfumati, la storia del Cantastampa ci ricorda che, a volte, i cambiamenti più audaci possono nascere dalle collaborazioni più inaspettate.