Influencer e neomamma Chiara Nasti solleva polemiche rifiutando la vaccinazione contro la pertosse durante la gravidanza.
Un “No” che Scatena il Confronto
Durante una tranquilla domenica di interazione virtuale con i suoi 2,1 milioni di follower su Instagram, Chiara Nasti, influencer di fama e moglie del calciatore Mattia Zaccagni, ha acceso un faro su un tema delicato e divisivo: la vaccinazione. La sua scelta di non vaccinarsi contro la pertosse in gravidanza ha rilanciato le accese discussioni sulle convinzioni No Vax, soprattutto in un periodo in cui l’Europa vede un’allarmante risalita dei casi di questa malattia.
La Decisione e le Sue Motivazioni
Chiara ha espresso una preferenza personale piuttosto radicata: “Preferisco che il mio corpo resti così com’è senza iniettarci niente. Da incinta non farei nulla del genere: gli effetti avversi mi spaventano”. Queste parole non cadono nell’indifferenza, ma piuttosto, risvegliano un vespaio di opinioni, vista anche la recente e tragica morte di un neonato a Padova, sconfitto dalla pertosse a soli 24 giorni di vita.
La Situazione Epidemiologica Preoccupante
Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie ha segnalato un incremento preoccupante dei casi di pertosse, con un aumento decuplicato nel 2023. Solo nei primi cinque mesi del 2024, l’Italia ha registrato oltre 100 casi, con più di 15 lattanti in terapia intensiva e 3 decessi neonatali. Questi numeri non sono solo cifre fredde, ma rappresentano piccole vite umane e famiglie devastate.
La Voce degli Esperti
Di fronte alle dichiarazioni di Nasti, la comunità scientifica non ha tardato a rispondere. Antonio D’Avino, presidente della Federazione italiana medici pediatri, ha sottolineato: “Noi non possiamo più ascoltare persone parlare di medicina senza competenza medica. Le linee guida internazionali e nazionali sono basate su evidenze scientifiche che raccomandano fortemente la vaccinazione in gravidanza proprio per proteggere i neonati dalla pertosse, che può essere letale.”
Conclusioni di ViralNews
La scelta di Chiara Nasti solleva una questione più ampia e complessa: fino a che punto le decisioni personali possono e devono essere influenzate dalle esigenze di salute pubblica? In un’era dove l’informazione è accessibile e la disinformazione altrettanto, il dibattito su vaccinazioni e protezione dei più vulnerabili diventa sempre più acceso. Da un lato, il diritto individuale alla libertà di scelta, dall’altro, la responsabilità verso la comunità e le sue fasce più deboli. In questo intricato tessuto di opinioni e fatti, una riflessione si impone: non è forse il momento di ascoltare più da vicino gli esperti e meno il clamore dei social?
ViralNews invita i suoi lettori a ponderare sull’importanza delle decisioni informate, soprattutto quando queste riguardano la salute pubblica e la sicurezza dei nostri bambini.