Trento, 25 gennaio 2015, – Narciso? Perché no? E (piccolo o grande) porco? No. Vanesio? Ora ci penso. Esaltato? Sì, esaltato, ma in senso buono. E non porco, davvero. E così addio al linguaggio, naturalmente. E alla cultura che sembra cultura (e pesa): la cultura non deve sembrare cultura, la cultura deve essere quella popolare & sonora (e accesa), & simpatica, e adesso metto un punto. Addio al linguaggio impopolare, e io vi dico: c’è un film delicato, si chiama “Il rivoluzionario”, ci ho lavorato, anni fa, ora la gente lo vede e la gente lo ama, la Cineteca di Rimini, oh sì Rimini-Rimini, si riempie. È gente gentile, ma il regista, il regista, che cosa farà il regista? Continuerà bene. Si chiama Denis Astolfi. Io volevo la gente gentile, non la gente sottile, c’è differenza e contraddizione. E anche quella non gentile, ma volevo qualcuno. E gli artisti godevano senza pubblico, godevano e godevano, ma io mi chiedevo, fino al mezzo del cammino della mi’ vita: dove sono? Dove sono finito? Sono finito? Sarà stato il 2009. Preparavo il mio Dante: quello è il commento che annulla tutti i commenti (dico: annulla i MIEI commenti; perché non commenterò più nulla). Era il 2009, annus Domini, e volevo cambiare la mia vita. Ti va?, disse la bambolina, l’anima bella. Oh sì, mi va, e non si può contraddire l’anima. Risposi. E così tanto lamento per nulla, alla fine.E tanto nulla per non lamentarsi delle cose vere, all’inizio.E tante cose vere per amare il passaggio, che non fu facilissimo, ma fu felice. Parlo di ora. Non dissi “me ne andrei” e “lo faccio, sai!”, e “vedrai! Vedrai!”. Lucidamente o niente. Lucidamente, allora, e con rabbia, tanta e sempre. Allora me ne andai e feci bene, via dalla vecchia (vita), via dalla morte, via e basta. Andai a Rimini per un mese e diventai un barbone, poi un barbone ripulito, cioè un Duca: il Duca Sottoponte. Non vi dico “Cherchez Hortense”, come Rimbaud. È molto più facile dire: cercate – e vedete – il Rivoluzionario. E vedrete anche me, prima lurido e poi ripulito. “Vedete” è un dolce imperativo, “vedrete” è l’annuncio di un piccolo premio.
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