Trento, 19 ottobre 2022. – Si è svolto a Trento nell’incantevole cornice delle Cantine Ferrari un incontro proposto per gli imprenditori trentini sul tema dei fattori di successo dell’impresa in situazioni di crisi. L’iniziativa è stata organizzata dalla OPM – Open Source Management, società leader a livello europeo nella formazione e consulenza aziendale, che ha presentato tre casi di imprenditori che sono riusciti a superare situazioni di crisi strutturali, ridefinendo i fattori di business attraverso una rimodulazione della mission e un’organizzazione gestionale più efficiente. Massimo Federici, imprenditore veneto, titolare di due aziende rigenerate dalla sua trasformazione gestionale, ha raccontato la sua vita e la sua storia imprenditoriale, iniziata fin da bambino con l’apertura di un’azienda impegnata nella progettazione e installazione di sistemi hi-fi sulle autovetture, e poi ampliata con il business della telefonia. Il fattore critico che ha caratterizzato la storia imprenditoriale di Massimo Federici è stata la crisi del sistema audio-video all’inizio degli anni ’90, con l’avvento della tecnologia digitale, che ha spazzato via il vecchio sistema analogico. Un periodo duro che lo ha portato verso un nuovo prodotto e quella che era una semplice intuizione, ovvero il fatto di creare un sistema di sicurezza da applicare agli ombrelloni sulla spiaggia, si rivelata un’idea geniale, che lo ha portato al cambio del modello di business e quindi alla sua proposta sul mercato degli stabilimenti balneari delle spiagge italiane. Un successo forse inaspettato, ma sicuramente frutto di una grande tenacia e voglia di raggiungere l’obiettivo. L’idea del prodotto è apparsa subito vincente, ma quello che ha fatto la differenza è stato la definizione di un piano strategico e quindi di marketing che avesse come obiettivo quella di risolvere un problema a chi si voleva godere la presenza sulla spiaggia sotto l’ombrellone, garantendo la sicurezza dei suoi effetti personali nel momento in cui ci si allontanava dalla postazione dell’ombrellone. Il fatturato è cresciuto fino a 4 milioni di euro in tre anni partendo da una situazione di crisi che aveva coinvolto l’azienda e sembrava non aver speranze. Bisogna capire che sul mercato bisogna essere pronti a ricollocarsi e sfruttare ogni opportunità attraverso una dedizione costante. Il caso di Igor Toffoli, imprenditore friulano nel settore dei serramenti, è stato esemplare come esperienza di rigenerazione imprenditoriale. La sua azienda è stata fondata nel 1964 dal padre, che voleva mettere a frutto la sua esperienza e le sue capacità, dopo una vita di lavoro in Svizzera. Formato al lavoro dalla famiglia, Igor ha passato la sua vita in azienda, e ha acquisito subito le capacità di artigiano sul campo. La sua è storia di un uomo, anche se lui si definisce ancora “ragazzo”, visto che ormai fino a 50 anni si può definirsi tali, che ha provato sulla sua pelle cosa significa trasformarsi da essere un bravo artigiano ad essere anche un imprenditore di successo. I due ambiti hanno regole diverse, e il fatto di essere un buon artigiano, saper fare bene il proprio lavoro, non significa essere allo stesso tempo un buon imprenditore. Un imprenditore vincente lo si misura nella capacità di gestire oltre che il businnes, anche i propri collaboratori.L’attività imprenditoriale parte proprio dalle capacità e dalla motivazione dei propri collaboratori. Servono necessariamente altre competenze, che possono portare a scelte drastiche, come quella di mettere in discussione la leadership aziendale all’interno della gestione familiare. Il punto cruciale anche per Igor è stato quello di decidere di cambiare, e farlo subito. Per crescere, ma anche solo per mantenersi competitivi sul mercato non si può non migliorarsi come persona, e da qui parte la rinascita. Altrimenti vieni escluso, e vivi un senso di inadeguatezza dentro e fuori l’azienda. Bisogna essere in grado di coinvolgere il proprio gruppo di collaboratori nel proprio sogno d’impresa, e far si che venga trasmesso un vero spirito di amore per la vita di chi lavora insieme a te. Prima dei progetti, dei piani di crescita, della programmazione, dei bilanci, ci sono le persone che hanno una vita, e bisogna sviluppare con loro un rapporto di condivisione dell’esperienza lavorativa, e della vita come persone, per far si che anche loro si sentano parte di un lavoro di squadra. Il terzo caso presentato è stato quello di Riccardo Pillon, titolare di Proetica, un’azienda con il core businnes strutturato nei sistemi di sicurezza sul lavoro. Non sempre si hanno le capacità di capire le potenzialità e soprattutto l’indole dei propri collaboratori, sottolinea l’imprenditore. E questo è successo a lui, che si è trovato a dover gestire una fuga di alcuni suoi collaboratori, di cui aveva la massima stima e fiducia, che hanno approfittato del know how acquisito per crearsi un’azienda parallela e quindi concorrente rispetto a quella in cui lavoravano. Può essere un’esperienza devastante, che mette in discussione proprio la propria struttura psicologica di gestione delle persone. Ma tutto serve, e con la giusta disciplina e determinazione, è possibile trasformare un momento di crisi, in un’opportunità di successo. Sono anche gli incontri della vita, le circostanze, e soprattutto la capacità di saperle cogliere al volo, i fattori che possono cambiare il destino di un’attività imprenditoriale e quindi della propria vita L’associazione “Imprenditore non sei solo”, è la proposta che è uscita al termine dell’incontro. Un’ associazione no profit, fatta da imprenditori volontari, che si mette a disposizione dei colleghi che stanno attraversando momenti di crisi, e che non riescono da soli a trovare delle soluzioni ai loro problemi. A volte basta l’ascolto interessato, dice Andrea Martini, imprenditore, che ha presentato l’iniziativa. Il fatto di avere al tuo fianco qualcuno come te, che conosce realmente i problemi d’impresa, che è già passato attraverso situazioni di crisi, che sa motivarti, aiutarti a trovare un percorso di autoconsapevolezza sugli errori che hanno portato alla crisi e quindi definire dei piani di sviluppo imprenditoriali, con soluzioni appropriate, rappresenta un valore umano e sociale indefinibile. La crescita di un’economia e quindi del benessere collettivo, passa attraverso il lavoro delle aziende e sul loro successo imprenditoriale. Lavorare tanto e lavorare bene, avere la capacità di ammettere i propri limiti e lavorare per migliorare le proprie capacità, senza questi principi non si può credere di restare vincenti su un mercato globale. E proprio dagli imprenditori che sono stati aiutati a superare crisi aziendali, si può scoprire un nuovo modo più umano e solidale di fare impresa.
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