Un dipinto del Seicento, una sparizione misteriosa, una riapparizione ancora più enigmatica e un critico d’arte sotto accusa. Carissimi lettori, preparatevi ad immergervi in una storia che sembra uscita direttamente da un romanzo poliziesco, ma che è dolorosamente reale. Vittorio Sgarbi, noto critico d’arte e figura sempre al centro dell’attenzione mediatica, si trova ora a fronteggiare accuse gravi che potrebbero costargli fino a 12 anni di prigione.
La Tela di Manetti: Un Furto e una Riapparizione Sospetta
La vicenda ruota attorno al dipinto “La Cattura di San Pietro” di Rutilio Manetti, un’opera del Seicento senese che è stata rubata nel lontano febbraio 2013 dal castello di Buriasco, a Torino. Dopo un lungo periodo di assenza, il quadro fa una ricomparsa straordinaria nel 2021 presso la mostra “I pittori della luce” a Lucca, curata proprio da Sgarbi. Ma c’è un dettaglio che non passa inosservato: il dipinto è ora una riproduzione 3D e presenta una novità, una torcia precedentemente inesistente.
Indagini e Accuse
L’attenzione si accende quando, a seguito di un’inchiesta giornalistica, emergono dubbi sulla legittimità della riapparizione del dipinto. La Procura di Macerata interviene, e le indagini portate avanti dai carabinieri culminano nel sequestro della tela durante perquisizioni presso località legate a Sgarbi. Un confronto effettuato da esperti dell’Istituto Centrale per il Restauro conferma che i materiali, la tecnica esecutiva e la morfologia del degrado della tela sequestrata corrispondono a quelli del dipinto originale rubato.
Pasquale Frongia, un pittore incaricato da Sgarbi, durante un interrogatorio ammette di aver aggiunto la torcia su indicazione del critico. Le analisi rivelano che i pigmenti usati per la torcia sono di produzione industriale, quindi non coerenti con l’epoca del dipinto.
La Difesa di Sgarbi
Di fronte a queste pesanti accuse, Sgarbi non rimane in silenzio. Afferma con fermezza la sua innocenza, insistendo sulla correttezza delle sue azioni e sulla trasparenza della sua condotta. Il critico ribadisce che il quadro con la torcia era già presente quando lo acquisì e che il dipinto rubato era, a suo dire, una “brutta copia”.
Conclusioni di ViralNews
In questa intricata trama di arte, furto e legge, ci troviamo di fronte a una storia che sfida la nostra percezione della realtà e della giustizia. Vittorio Sgarbi, una figura che non ha mai temuto il confronto né con l’opinione pubblica né con le istituzioni, si trova ora a dover difendere la sua stessa storia personale e professionale. In attesa del verdetto, ci chiediamo: quanto può essere sottile la linea tra l’autenticità e la contraffazione, non solo nell’arte, ma nelle vite che viviamo?