Ezio Bosso, il compositore che ha commosso l’Italia con la sua musica e la sua lotta contro la malattia, ci regala un ultimo, incredibile dono. “The Hidden Room – The Last Pieces”, uscito il 24 gennaio sotto l’egida di Sony Classical e Buxus Records, rappresenta l’epilogo di un viaggio artistico unico, condito da inediti di musica da camera che vedono la luce per la prima volta.
Un Progetto di Famiglia e Amicizia
Guidati dal nipote Tommaso Bosso, i familiari del compositore hanno voluto onorare la sua eredità attraverso la pubblicazione di questo album. Un lavoro meticoloso che ha portato alla luce dieci titoli inedite in tre album nel corso degli ultimi cinque anni. Francesco Libetta, pianista di fama internazionale e figura chiave nella rilettura delle opere di Bosso, insieme a Luigi Piovano, Grazia Raimondi e la giovane promessa del violino Aylen Pritchin, hanno dato vita a queste composizioni in una forma mai ascoltata prima.
Ispirazioni e Dediche
La musica di Bosso, come sempre, trae ispirazione dalla vita stessa. L’album si apre con “Following a Bird”, ispirato da un tramonto primaverile del 2012 e dalla visione di un uccello in volo. Il pezzo, originariamente concepito per pianoforte e violino, include ora due movimenti aggiuntivi mai eseguiti in precedenza. Un altro tocco emotivo è “Three Drawings About Missed Steps”, un omaggio ai Dervisci e al loro cammino di ascesi spirituale, eseguito unicamente durante il Time in Jazz del 2014 da Paolo Fresu.
Un’Opera Aperta
Quello che colpisce di Bosso è la sua visione della musica: non solo come arte ma come evento vivente, unico per ciascun ascolto e ascoltatore. Le sue partiture non sono mai state concepite come semplici istruzioni musicali, ma come pagine vive, pronte a essere trasformate ad ogni esecuzione. “Questa musica deve essere ‘indossata’ da chi la suona,” osserva Libetta, sottolineando come ogni interprete debba far propria l’opera per rivelarne ogni sfumatura.
Conclusioni di ViralNews
“The Hidden Room – The Last Pieces” non è solo un album, ma un ponte lanciato tra generazioni, un dialogo continuo tra il passato e il presente musicale. Ezio Bosso ci ha insegnato che la musica è un eterno divenire, una narrazione senza fine che ogni esecutore, ascoltatore e critico continua a scrivere. In questo ultimo regalo, Bosso non ci dice addio, ma ci invita a trovare nuove strade nella sua vasta foresta di note. E come ci ha ricordato Tommaso, con Bosso, “non è mai finita”. Sarà compito nostro, e dei musicisti che continueranno a esplorare la sua eredità, scoprire e reinterpretare le infinite possibilità nascoste nella sua musica.