Trento, 2 settembre 2014. – Immaginiamo un essere. Anzi: immaginiamo l’essere. L’essere è capace di estendere e di volare, non sereno ma sicuro; è capace di attendere – è la virtù forte dei forti, nini – e di violare (solo le norme sterili, sempre; ma non i corpi, e se ha violato il proprio corpo è per un errore, maledetta roba e pezzo di vita, che rinnega se stessa: però l’errore è soggetto alla legge del Volga: chi ce l’ha se lo tolga. Làh, fatto). L’essere è e il non essere non è. L’essere è capace di distendere la pasta – non vitrea ma densa, sempre – e di valere. L’essere è un essere fonico e pratico, ma instabile. L’essere è imprendibile, come chi si prende e si perde, per una specie di ritmica, dai-e-dai, vieni-e-vai, fai-come-ti-pare. L’essere risponde *letteralmente* al Minuetto di Franco Califano: vieni, vai, tocchi, scoppi, prendi, lasci, torni. L’essere è una bella testa, ma brutta dentro, ed è incapace di pretendere altro che il suo. Così va bene, ma riconosce come propria molta roba, praticamente tutto. La cosa va avanti un decennio, ma nel mezzo del cammino c’è un crollo, più o meno: tra Porta Romana e Piazza Napoli e il Neurodeliri… è tutto classico, già visto, ma vivace (e chi canta prega due volte). Jannacci dà un accento animale e terapeutico alla forza, non diciamo di che cosa. L’essere ha anche una lingua dotata. La donzelletta vien dalla campagna e la paperetta sta sulla panchina, la pantegana sa come nuotare, la melanzana va con la carota: Leopardi, superdotato, autorizza un po’ di soluzioni autoriali, diversamente stabili e varie. E che cosa hai capito, adesso, come lettore? Per esempio PUOI cogliere un punto ambiguo: senza regole sei un cavallo e con le regole sei un camallo, belìn. A quanto pare, o sei duro o sei puro, ma potrai migliorare, seguendo Leopardi. L’ispiratore di testi per gli SMS è un professionista, abbastanza duro e abbastanza puro. Ma il suo mestiere costa, quindi solo il frammento – questo qui – è gratuito, per sua natura. L’intero è un’altra cosa. Vale a dire che “Al pubblico nemico” è un libro, va bene? È una cosa reale: per questo l’essere [del libro] è e il non essere non è.
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