Cles, 29 luglio 2012. – Maestri La tesi di Dellai secondo la quale in Trentino non vi è spreco, e un’invenzione che deve essere respinta con forza. Ecco un altro esempio di spreco di “dissipazione”, tutta trentina, di denaro pubblico. Ci siamo spesso occupati della vicenda “Predaia” e del relativo sperpero di danaro pubblico, al punto da presentare circostanziata denuncia, ancora nel lontano 15 settembre 2004, alla Procura regionale della Corte dei Conti. Il fantasioso rilancio della Predaia prevedeva un investimento di circa 3 milioni di euro, a completo carico della Provincia autonoma, in parte con finanziamento diretto alla Società di ca 1 milione di euro, mentre i restanti 2 milioni di euro erano stati assegnati ai Comuni medesimi, che a loro volta li avrebbero versati nelle casse della “fortunata” Società. I comuni che si sono assunti responsabilità imprenditoriali del “malaffare” sono quelli di Sfruz, Smarano, Taio, Tres, Vervò, Ton. Il comune di Coredo, spinto da insistenti, infiniti ricatti politico- istituzionali, alla fine fu “costretto” a partecipare alla società, ma vi entrò buon ultimo, anche per le non trascurabili resistenze del suo Revisore dei Conti, che aveva manifestato contrarietà, per ragioni di correttezza e trasparenza amministrativa, ad una siffatta operazione. La società Predaia spa aveva accumulato, durante il triennio 2004 – 2005 – 2006, perdite per 550.000 euro nonostante il finanziamento iniziale pubblico di 3 milioni di euro: il suo destino era scontato: il fallimento. Fummo i primi a denunciare il triste destino dell’operazione “Predaia”, dal canto suo ricordiamo benissimo la giustificazione dell’allora presidente Mauro Schwarz, il quale sulla stampa cercava di confutare le nostre accuse, dichiarando in maniera ironica “se lo dicono loro vorrà dire che è vero”. I comuni soci di quella società continuano a pagare i debiti della fallimentare gestione, compresi quelli derivanti dalla costruzione della “megastruttura” Solarium Predaia, ingestibile a livello economico. Nello scorso 2011, la società Predaia Spa ha avviato un progetto di fusione per l’incorporazione di Predaia SPA e Monte Nock Ruffrè Mendola srl in Alta Val di Non. Nella nuova società spa entrano le sciovie e seggiovie esistenti nella Val di Non, di cui i comuni di Amblar, Cavareno, Don, Fondo, Malosco, Romeno, Ronzone, Ruffrè-Mendola, Sarnonico, Tres, Smarano, Sfruz, Vervò, Taio, Ton e Coredo sono soci. Il procedimento di fusione prevede inoltre l’estinzione delle passività, costituite dall’indebitamento accumulato (1,33 milioni di euro dai dati di bilancio 2009/2010, confermati in leggero aumento al 31-01-2010) ricorrendo alle dismissioni delle due megastrutture, una la “Roen Stube” di proprietà della società Alta Val di Non, e l’altra, la “Solarium Predaia”, di proprietà della Predaia spa. Per le vendita di questi immobili, è stata indetta un’asta pubblica, con prezzi d’asta di 920.000 euro per il “Solarium Predaia” e di 1.150.000 euro per il “Roen Stube” . L’asta pubblica andata, come da previsione, deserta, apre un nuovo scenario. A questo punto ecco il via libera di Patrimonio del Trentino spa l’immobiliare della Provincia Autonoma , che detiene il 100% del capitale sociale. il cui presidente è quel tal ing. Claudio Bortolotti, già dirigente generale della Pat, militate dell’UPT (candidato alle primarie per la candidatura a sindaco di Trento) e grande amico, anche sul piano politico, di Silvano Grisenti, all’acquisto degli immobili, ad un costo leggermente inferiore a quello di stima per un’importo totale di 1.650.000 euro. Ma che il prezzo d’acquisto non sia congruo e un’operazione in perdita e quindi uno spreco è lo stesso Bortolotti che dichiara alla stampa:”su questa base, si può concludere ma siamo consapevoli che non è un affare”. Siamo alla logica delle scatole cinesi ed il giochino subito servito. La “nuova” società Predaia decide quale sarà l’ammontare dell’ulteriore finanziamento pubblico. Stima i due immobili da vendere in 2.070.000 euro (920.000 + 1.050.000), indice l’asta pubblica, che poi andrà deserta, si cerca il compratore nella società Patrimonio Trentino, ed ecco il nuovo contributo leggermente rivisto. Ricapitolando. Nel 2004 la Provincia autonoma finanzia con 3 milioni di euro di denaro pubblico, la società Predaia spa. I comuni, quelli indicati, soci dal 2004, finanziano la società Predaia spa fino ad oggi, ripianando parzialmente i debiti, ed ora un altro contributo pubblico alla “nuova” società Predaia spa perché indebitata, ricomprando ciò che da tempo dovrebbe essere patrimonio pubblico? Giovanni Battista Maestri * Responsabile di Progetto Trentino Libero (PTL) – Sez. Val di Non
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