In un viaggio letterario che tocca le vette delle Alpi e scava nelle profondità dell’anima, Mirco Gasparetto ci regala “Manes. Tombe di alpinisti e pensatori”, una raccolta che celebra la vita oltre la morte fisica di quaranta figure iconiche dell’alpinismo.
Un Decennio tra le Rocce Sacre
Per dieci anni, armato di zaino, curiosità e un taccuino, Gasparetto ha percorso un itinerario insolito fra la Stiria e le Alpi Apuane. Il suo obiettivo? Ritrovare e narrare le storie di 40 alpinisti, tra cui nomi noti come Antonio Berti, Jeanne Immink, e Edward Whymper, ma anche di figure meno celebrate che hanno lasciato un’impronta indelebile nelle pagine della storia alpinistica.
Tra Poesia e Ascensioni: L’Arte di Ricordare
Il titolo “Manes” non è casuale. In latino, significa “anime” o “fantasmi”, evocando un collegamento spirituale che trascende la mera mortalità. Gasparetto, attraverso i suoi scritti, cerca di rivivere e condividere le filosofie e le passioni di coloro che hanno affrontato le Alpi non solo come sportivi, ma come veri e propri pensatori verticali.
Le Tombe Raccontano
Ogni tomba visitata da Gasparetto non è solo un luogo di riposo, ma un portale verso una narrazione più ampia, un dialogo tra passato e presente. Le pietre diventano pagine di un libro aperto all’aria delle montagne, dove ogni incisione, ogni simbolo, racconta di sfide, trionfi e tragedie.
Un Alpinista tra gli Scrittori
Il background di Gasparetto, caporedattore della rivista “Le Alpi Venete” e scalatore appassionato fin dagli anni Ottanta, arricchisce ogni pagina del libro. La sua esperienza diretta e le sue riflessioni personali si intrecciano con le storie di coloro che hanno vissuto per e con le montagne, creando un mosaico di esperienze umane e naturali.
Incontri sulle Vette
Curiosamente, Gasparetto ha condiviso cordate e ideali con figure come Mauro Corona ed Erri De Luca, arricchendo ulteriormente il suo punto di vista con voci tanto potenti quanto le montagne stesse.
Conclusioni di ViralNews
“Manes” è più di un libro; è un invito a riflettere su cosa significa lasciare un segno nel mondo. Gasparetto non solo documenta la vita degli alpinisti dopo la loro morte, ma ci incoraggia a pensare alle tracce che ciascuno di noi lascia dietro di sé. Attraverso le sue pagine, gli alpinisti non sono solo memorie scolpite nella pietra, ma voci che continuano a insegnarci, a ispirarci, a chiamarci verso le nostre personali cime da conquistare.
In un’epoca dove l’effimero sembra dominare, “Manes” ci ricorda il valore del tempo, della memoria e delle storie che definiscono chi siamo. Un’opera che, come le montagne, rimane imperitura nel tempo.