Trento, 6 luglio 2018. – Redazione Si è svolta, a Palazzo di Giustizia, nel primo pomeriggio e dopo lunga attesa, l’escussione dei testi nel processo promosso dalla dirigente generale della Provincia di Trento Livia Ferrario che aveva querelato il consigliere Claudio Cia per una dichiarazione che l’esponente politico aveva diramato alla stampa lo scorso 6 gennaio e pubblicata da diversi quotidiani, in occasione del commissariamento della scuola trentina. Mentre numerosi organi di stampa avevano pubblicato il pensiero del consigliere Cia, è finito sotto processo il solo Claudio Taverna, direttore responsabile de “La Voce del Trentino”.Alla domanda dell’avvocato Domenichelli, difensore di Taverna, che aveva chiesto ragione della scelta, la querelante ha risposto con un “non lo so”, mentre l’avvocato Bonora, legale di parte civile, si è immediatamente affrettato a rivendicarne la responsabilità! Strana la scelta, quindi. Ancor più strana la dichiarazione di responsabilità dell’avv. Bonora. Lineare, completa, esauriente la deposizione di Mauro Pericolo, segretario generale del sindacato Delsa. Il sindacalista, ripercorrendo le vicende che hanno portato al commissariamento della scuola trentina, ha letteralmente demolito la deposizione della querelante, che incalzata dalle avvocatesse Fronza e Domenichelli, è apparsa confusa, contraddittoria e in alcuni momenti reticente. Nessun contributo, invece, da parte del governatore Rossi, anche lui sul banco dei testimoni. Il presidente della Provincia “interrogato” dalla difesa non ha saputo rispondere alle numerose domande che gli sono state rivolte. Rossi, pur esercitando le competenze sul personale e sulla scuola, ha fornito la sua versione, con «tanti non ricordo e non so». Terminata la deposizione dei testimoni, l’udienza è stata rinviata per il dibattimento della causa al 21 settembre p.v. altro articolo: Domani, processo Cia-Taverna: sul banco dei testimoni Ugo Rossi e Mauro Pericolo
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