Trento, 22 marzo 2015. – L’idea della gratuità è avere talento e usarlo bene. L’idea del futuro non è programmare – attenzione – ma moltiplicarsi e diffondersi (spudoratamente) (e le opere sono semi, ma strillano o squillano). L’idea della visibilità è pratica, ma non serve solo a fare soldi: serve a salvarsi dal passato. Un’attrice mi disse: “Tu e io non saremo felici, neanche quando tutto lo Stadio Olimpico ci applaudirà”. No: io ne sarei felice, e lo so benissimo. Perché gli ex-bambini non devono imporsi? Sono sopravvissuti solo per questo. Quindi? La storia triste dell’infanzia triste è una scusa triste, se è la scusa per non lavorare. L’infanzia finita male è da un lato e lo Stadio è dall’altro. La manìa precisa va oltre, in nome dell’eccesso: lo Stadio non sarà l’ultimo stadio [e non esiste un ultimo stadio, morte a parte]. Il monachesimo è vago e il suicidio è vano; le tre idee – che sono una: un eccesso molto controllato e duro, perfettamente individuale – sono un premio. L’idea del sesso non appare più, non è la quarta, non è un’idea, ed è arrivata la stanchezza. La donna media vuole un punto fermo o il padre dei suoi figli; l’uomo medio vuole riempire il buco, e nel buco ci mette la mentula sua. La cercatrice del punto e la banda del buco non si possono capire: c’è il sesso, volendo, ma non c’è rapporto tra Mente (o Madre) e Mentula. Allora uno si ritira e si organizza. Il medio non è lui. Se niente è medio, esagerare è buono: ma l’eccesso è legato al vero amore, e il vero amore non è più una persona.
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