Mentre il tempo scorre verso il 30 settembre, giorno cruciale per la raccolta delle 500mila firme necessarie a indire il referendum sulla cittadinanza, l’attenzione si concentra su una proposta che potrebbe significativamente accelerare il processo di naturalizzazione in Italia. Attualmente, più di 300mila firme sono state raccolte tramite la piattaforma online del Ministero della Giustizia e ai banchetti nelle città, segno di un crescente interesse e sostegno da parte della cittadinanza.
Cosa prevede il Referendum Cittadinanza
Il quesito referendario, promosso da Riccardo Magi, segretario di Più Europa, e depositato in Cassazione il 4 settembre, mira a una semplificazione significativa: ridurre da dieci a cinque gli anni di residenza legale richiesti per richiedere la cittadinanza italiana tramite naturalizzazione. Questo cambiamento proposto focalizza esclusivamente sulla naturalizzazione, una delle vie per ottenere la cittadinanza, a differenza dello ius sanguinis (diritto di sangue) o dello ius soli (diritto di suolo), e mira a integrare più rapidamente nel tessuto sociale e civico coloro che hanno già dimostrato un impegno a lungo termine vivendo in Italia.
Un impatto diretto e ampio
Se approvato, il referendum permetterebbe a tutti gli stranieri maggiorenni che hanno vissuto in Italia per cinque anni continuativi di poter avanzare la propria candidatura per diventare cittadini italiani, a condizione che soddisfino criteri aggiuntivi come la conoscenza della lingua italiana, la stabilità economica, le competenze professionali, il pagamento regolare delle tasse e l’assenza di precedenti penali. Inoltre, i figli minori conviventi acquisirebbero automaticamente la cittadinanza insieme ai genitori, con la possibilità di rinunciarvi una volta maggiorenni, se in possesso di un’altra cittadinanza. Questa modifica potrebbe interessare tra i 2,3 e i 2,5 milioni di residenti, rendendo il tessuto sociale italiano più inclusivo e rappresentativo della sua popolazione attuale.
Referendum Cittadinanza come firmare?
- Collegarsi alla piattaforma: Utilizzare il link del Ministero della Giustizia per accedere alla piattaforma dedicata alle firme dei referendum.
- Autenticazione: Per firmare, è necessario autenticarsi tramite SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), Carta d’Identità Elettronica (CIE) o Carta Nazionale dei Servizi (CNS). Questi strumenti garantiscono la sicurezza e l’autenticità dell’identità digitale.
- Selezione del quesito: Una volta effettuato l’accesso, gli utenti possono selezionare il quesito referendario a cui desiderano apporre la firma.
- Firma digitale: La procedura di firma è completamente digitale e viene eseguita in modo automatico, garantendo un processo veloce e sicuro.
- Certificazione della firma: Al termine della firma, la piattaforma rilascia una certificazione digitale che attesta l’avvenuta sottoscrizione.
Il processo post-firma
Una volta raccolte, se le 500mila firme necessarie saranno raggiunte entro il 30 settembre, queste verranno esaminate dalla Corte di Cassazione per validarne la legittimità. Successivamente, la Corte Costituzionale sarà chiamata a valutare l’ammissibilità del quesito entro il 10 febbraio. Se il quesito sarà approvato, il referendum si terrà tra il 15 aprile e il 15 giugno 2025.
Questa procedura non solo facilita la partecipazione democratica, eliminando barriere geografiche e burocratiche, ma segna anche un passo importante verso l’adozione di tecnologie che possono rendere il governo più accessibile e responsivo alle esigenze dei cittadini. La firma digitale per i referendum è un chiaro esempio di come la tecnologia possa servire da catalizzatore per l’engagement civico in Italia.