Un’ondata di 5.000 visitatori ha invaso le pendici innevate di Roccaraso, arrivando dalla Campania con 50 bus prenotati. Un evento che mette alla prova non solo la capacità organizzativa del piccolo centro dell’Alto Sangro ma anche la pazienza e l’accoglienza di una comunità montana.
Un’Operazione Logistica di Grande Scala
Poco prima delle 10:00, i primi bus hanno iniziato a raggiungere Roccaraso, segnando l’inizio di una giornata cruciale per l’amministrazione locale. Questo piccolo gioiello abruzzese, noto per le sue piste da sci e l’atmosfera accogliente, si è trovato a fronteggiare una vera e propria “invasione” programmata, con un’affluenza doppia rispetto alla domenica precedente, quando si erano contate 10.000 presenze in tutto il comprensorio.
L’organizzazione non è stata senza intoppi. Solo ieri, 13 bus sono arrivati ma tre sono stati respinti. Il motivo? Una semplice dimenticanza: gli autisti non avevano con sé la ricevuta di prenotazione alla “dogana” temporanea tra Castel di Sangro e Rionero Sannitico. Un piccolo scoglio burocratico che ha rafforzato l’importanza del sistema di prenotazione online introdotto dal comune.
Il Modello Roccaraso: Tra Supporto e Critiche
La turista napoletana che ha esclamato “Noi siamo venuti qui a sciare. Loro possono fare quello che vogliono” riflette un sentimento comune tra i visitatori. Molti apprezzano la possibilità di godersi una giornata sulla neve, organizzata e sicura, mentre altri vedono in questi controlli un’ostilità verso i turisti.
La risposta dell’amministrazione locale è stata chiara: il modello Roccaraso è pensato per garantire sicurezza e gestibilità, evitando il sovraffollamento e preservando la qualità dell’esperienza per tutti. Un modello simile è stato adottato anche nella vicina Ovindoli, dove sono previsti arrivi regolati per dieci bus turistici, in risposta alla sfida lanciata dalla tiktoker Rita De Crescenzo, che non ha trovato seguito grazie all’ordinanza del sindaco Angelo Ciminelli.
Conclusioni di ViralNews
L’afflusso massiccio a Roccaraso dimostra che il turismo invernale, se ben gestito, può essere una risorsa vitale per le piccole comunità montane, ma solleva anche questioni importanti su come equilibrare accoglienza e sostenibilità. Mentre alcuni possono vedere le misure restrittive come un ostacolo, è fondamentale considerare la prospettiva più ampia della sicurezza e del benessere collettivo.
Roccaraso ci insegna che l’arte dell’ospitalità invernale è un equilibrio delicato tra dare il benvenuto e proteggere, tra aprire le porte e regolare il flusso. È una lezione che tutti i destinatari di turismo stagionale farebbero bene a riflettere.