La scorsa serata ha visto il Teatro Ivo Chiesa di Genova trasformarsi in un crogiolo di atmosfere oscure e affascinanti, ospitando la doppia inaugurazione del Teatro Nazionale e del Carlo Felice. Sul palco, due interpretazioni magistrali: “Il giro di vite” di Henry James, adattato da Carlo Sciaccaluga, e “The Turn of the Screw” di Britten, entrambi ispirati allo stesso inquietante romanzo.
Uno Sciopero che Ridisegna la Scena
Nonostante l’entusiasmo palpabile, la serata è stata segnata da un imprevisto: uno sciopero indetto dalla CGIL che ha coinvolto i tecnici del Carlo Felice. Questo ha costretto il regista Davide Livermore a una riduzione forzata degli effetti scenici, privando il pubblico di quella piena espressione visiva originariamente prevista. Tuttavia, Livermore ha promesso una seconda visione gratuita dello spettacolo, una volta risolte le questioni sindacali, invitando il pubblico a sperimentare l’opera nella sua completezza.
La Fusione di James e Britten: Un Dialogo tra Teatro e Musica
La scelta di presentare contemporaneamente l’opera teatrale e quella musicale si è rivelata un’interessante strategia per esplorare le sfumature del romanzo di James, ambientato in una remota casa di campagna inglese, teatro delle misteriose apparizioni che turbano la vita di due orfani. La versione di Sciaccaluga non solo ha adattato il testo originale, ma ha anche integrato elementi del libretto di Myfanwy Piper per Britten, arricchendo così la narrazione con nuove prospettive.
L’opera di Britten, composta per il Festival di Venezia del 1954, si distingue per la sua profondità musicale e la particolare orchestrazione per soli 13 strumentisti e sei voci. La direzione di Livermore, nonostante le restrizioni sceniche, ha saputo valorizzare le performance del cast, tra cui spiccano le interpretazioni di Linda Gennari e Karen Gardeazabal nel ruolo dell’Istitutrice.
Interpretazioni di Spicco e una Scena Minimalista
Nonostante le limitazioni tecniche, il palcoscenico minimalista progettato da Manuel Zuriaga ha offerto un fondo suggestivo per le intense interpretazioni del doppio cast, che includeva talenti come Gaia Aprea, Polly Leech, e i giovani Luigi Brignone e Oliver Barlow nei panni dei bambini tormentati.
Conclusioni di ViralNews
Questa serata di inaugurazione al Teatro Ivo Chiesa è stata un vivido promemoria di come l’arte possa adattarsi e brillare anche di fronte agli ostacoli. L’invito di Livermore a ritornare testimonia un impegno verso l’integrità artistica e la speranza che il teatro possa presto ritrovare la sua completa espressione. In un mondo sempre più veloce, eventi come questo ci ricordano l’importanza del supporto continuo alle arti, anche (e soprattutto) in momenti di difficoltà. Lasciamoci quindi incantare ancora una volta dai fantasmi di James e dalla musica di Britten, nella speranza di un futuro in cui l’arte non debba più subire il peso degli scioperi.