Trento, 8 agosto 2014. – La Taxibus srl continua ad essere nell’occhio del ciclone. Non solo per le vicende relative al cambio di proprietà, da Valentini & soci alla Trentino Trasporti e dalla Trentino Trasporti ai fratelli Peterlini di cui mi sono ampiamente occupato nel corso degli anni (dapprima come consigliere provinciale e poi come direttore di Trentino Libero). Non starò a rifare la storia del resto già scritta negli atti ufficiali: interrogazioni provinciali, denuncia alla procura e alla corte dei conti, archivio di Trentino Libero. Tuttavia sulla sicurezza degli automezzi della Taxibus srl, Trentino Libero pubblicò, ancora il 21 agosto di quattro anni fa, che la Direzione del Parco Adamello-Brenta fece rimuovere i bus di Taxibus dal servizio navetta perché giudicati inidonei alla sicurezza dei turisti. Sulla sicurezza, dopo le molteplici denunce dei lavoratori, torna alla carica, proprio, oggi un quotidiano locale. Luca Pianesi (1), che da tempo segue la questione “Taxibus”, porta testimonianze choccanti. Inoltre sempre Luca Pianesi (2), nei giorni scorsi, ha diffusamente scritto del Neoplan Gran Turismo di Trentino Trasporti, mai “fisicamente” partito da Trento, parcheggiato presso l’autorimessa di Trentino Trasporti, venduto in Germania, dove viene “radiato”. Ritornato in Italia, è immatricolato da Lorenzo Laner, presidente del Consorzio Trentino Autonoleggiatori (CTA), che lo utilizza nella linea Trento-Bassano, in sostituzione del treno della Valsugana. Un intreccio inestricabile e preoccupante, dove interessi privati e pubblici confluiscono in un sistema “pubblico-privato”, tipico dell’economia del Trentino. (1) articolo (2) articolo
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