Ricordare per non dimenticare: il monito che risuona nelle parole dei presidenti delle Camere, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana. Un dovere collettivo che si rinnova, portando alla luce una pagina oscura della storia italiana, spesso tralasciata dai manuali di scuola e dalla coscienza pubblica.
Un Giorno per la Memoria
Il Giorno del Ricordo, istituito ufficialmente nel 2004, non è solo una data sul calendario, ma un simbolo di riconciliazione con il passato. Questa commemorazione segna l’importanza di riconoscere il dolore e il sacrificio degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia, vittime delle atrocità delle foibe e delle conseguenti migrazioni forzate.
Le Parole dei Presidenti
Ignazio La Russa, nel suo intervento, ha sottolineato come la tragedia sia stata “cancellata dalla memoria nazionale per troppo tempo”. Le sue parole non lasciano spazio a interpretazioni: la brutalità subita dagli esuli e dalle vittime delle foibe è un monito perenne alla vigilanza contro l’odio e l’intolleranza.
Dall’altra parte, Lorenzo Fontana ha messo in luce l’importanza del mantenimento della memoria attraverso il duro lavoro di coloro che “con costanza, impegno e determinazione” hanno custodito questi ricordi, trasmettendoli alle nuove generazioni. La gratitudine espressa ai custodi della memoria è un forte richiamo alla responsabilità collettiva di non dimenticare.
Un Futuro di Memoria e Riflessione
Il richiamo alla memoria delle foibe e all’esodo degli italiani non è solo un atto di giustizia storica, ma serve anche come lezione per le future generazioni. La storia, con i suoi lati più oscuri, deve essere insegnata e compresa per evitare che gli orrori del passato si ripetano.
L’accoglienza spesso ingiusta e ostile riportata da La Russa, riscontrata dagli esuli al loro ritorno in Italia, pone riflessioni amare sulla capacità delle società di accogliere e integrare chi ha vissuto il trauma della perdita e della violenza.
Conclusioni di ViralNews
Da ViralNews, l’invito è a non considerare la memoria solo come un rituale annuale, ma come un impegno quotidiano verso la comprensione e l’accettazione. Le ferite della storia possono insegnarci a costruire un futuro in cui l’intolleranza e la violenza trovano sempre meno spazio. La storia degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia è un monito potente: ricordare è un dovere, dimenticare è un lusso che non possiamo permetterci.