La stagione lirica del Teatro Comunale di Modena si apre il 18 ottobre con un’opera che promette di essere un incantesimo visivo e sonoro, “Mosè in Egitto” di Gioachino Rossini, allestita in una nuova veste che si preannuncia come una rivoluzione scenica.
Un Colosso Lirico Rinasce
Mosè, con la sua bacchetta, non ha soltanto diviso le acque del Mar Rosso, ma anche le epoche, arrivando fino a noi con una freschezza incredibile. Questa nuova produzione si avvale della direzione musicale di Giovanni Di Stefano e dell’Orchestra Filarmonica Italiana, promettendo un’interpretazione che intende rispettare la versione originale del 1819, ma con un occhio vigile alle possibilità moderne.
Il palcoscenico diventa un telaio su cui si tessono proiezioni video e scenografie naturalistiche, cortesia di Nicolás Boni. Pier Francesco Maestrini, il regista, ha deciso di dare un taglio più fantastico che storico alla narrazione, portando il pubblico in un viaggio sensoriale attraverso i prodigi e gli effetti soprannaturali che caratterizzano l’opera.
Cast di Voci Celestiali
Il basso Michele Pertusi, un veterano del Rossini Opera Festival di Pesaro, presta la sua voce profonda al protagonista, Mosè. Al suo fianco, troviamo un ensemble di talenti come Dave Monaco (Osiride), Andrea Pellegrini (il Faraone) e Aida Pascu (Elcia), che completano un cast di alto livello. Il Coro Lirico di Modena, preparato da Giovanni Farina, promette di sollevare non solo le acque del Mar Rosso, ma anche i cuori del pubblico.
Una Storia d’Amore e Libertà
L’opera, che debuttò a Napoli nel 1818, racconta di più che la fuga degli israeliti dall’Egitto. Aggiunge una trama amorosa tra il figlio del Faraone e l’ebrea Elcia, arricchendo la narrazione con una profondità emotiva che va oltre il miracoloso. La storia si apre e si chiude con momenti di grande impatto visivo e emotivo, dalla preghiera liberatrice di Mosè alla spettacolare apertura delle acque.
Conclusioni di ViralNews
“Mosè in Egitto” al Teatro Comunale di Modena non è solo un evento culturale, ma una riflessione sul potere della fede, dell’amore e della libertà. In tempi in cui i confini sembrano sempre più rigidi, Rossini ci ricorda che l’arte può essere un ponte, un modo per unire le persone al di là delle differenze. Questa produzione è un invito a guardare al passato per comprendere meglio il presente, e forse, per immaginare un futuro meno diviso. Non perdete l’opportunità di essere parte di questa esperienza stellare.