Trento, 25 giugno 2020. – Redazione Toh chi si rivede, una vecchia conoscenza del Trentino. Si tratta del dottor Giuseppe Amato, qualche anno fa procuratore della repubblica di Trento, oggi capo della procura di Bologna (nella foto). Il dottor Amato si è reso protagonista, quando reggeva la procura tridentina, di alcune inchieste, alcune andate a buon segno, altre, invece mai partite…… Figlio di Nicolò, direttore ai tempi dell’ormai ” tristemente” famoso DAP (Dipartimento della Amministrazione penitenziaria) per la vicenda Bonafede-Di Matteo e per la scarcerazione di detenuti eccellenti, denunciate da Giletti a “Non è l’arena” ( edizioni del 3 maggio e successive), la popolare trasmissione della 7, è alla ribalta delle cronache nazionali. Di lui parla, un altro magistrato, anch’egli ” tristemente” famoso: Luca Palamara, ex capo dell’ANM, recentemente espulso dalla quell’associazione di magistrati per le ben note vicende di quel ” metodo mafioso nelle scelte sulle carriere dei magistrati” ( così Di Matteo a Giletti il 14 giugno c.m.). Perché, dunque, il dottor Luca Palamara ha pensato di occuparsi del dottor Giuseppe Amato? Per la semplice ragione che il dottor Amato faceva parte del collegio dei probiviri che lo ha espulso. Il Palamara, intervistato dal quotidiano Repubblica, ha affermato, annunciando di opporsi all’espulsione, che l’Amato ” è stato nominato procuratore (nel 2016 a Bologna) secondo i meccanismi di cui tanto si parla oggi” ( vedi ” Bolognatoday”) Torniamo dunque alla carriera del dottor Amato. Prima di arrivare a Trento, il magistrato reggeva la procura della repubblica di Pinerolo. Leggiamo sul sito ” Vocepinerolese.it” ” il Procuratore Giuseppe Amato archiviava ma a Torino no e vengono arrestati” (11.11.2011) ……. Aggressione a una ragazza a Pinerolo. Il Procuratore Amato ha archiviato senza fare indagini ma a Torino hanno invece deciso di indagare e sono stati scoperti gli autori. Guarda il Video. Veniamo ora alle inchieste del dottor Amato in terra trentina. Vi ricordate la vicenda dell’uccisione dell’orsa Daniza? Dopo prolungate indagini condotte in prima persona, disattendendo la richiesta del GIP di rivalutare l’archiviazione, il dottor Amato decise altrimenti e archiviò. E il caso di “corruzione elettorale”, protagonisti Baratter, Dalprà, Corona per i soldi agli Schützen? Anche qui, puntuale l’archiviazione del dottor Amato che così motivò l’episodio ” frutto di una grossolana ingenuità e di un malinteso senso di quelle che sono le regole della buona politica (intesa anche come libera competizione elettorale), mentre difficilmente appare leggibile come frutto di un accordo corruttivo, quasi che si sia trattato di un normale contratto, poi addirittura azionabile in sede giudiziaria”. Invece, clamorosa l’archiviazione del procuratore Amato di una trentina di manifestanti ( tutti identificati dalla Digos) che avevano dato l’ assalto al consiglio provinciale nella mattina dell’11 marzo del 2014, interrompendo mediante irruzione nell’emiciclo, la seduta (erano in corso le “question time”, vedi le cronache “L’Adige”, “Trentino”) In quell’occasione, il dottor Amato dichiarò ” Attendo di leggere la relazione della Digos prima di decidere se sussiste un reato. Dobbiamo prima capire cosa è effettivamente avvenuto e poi verificarne gli effetti. Solo dopo potrò dire se c’è un reato e, in questo caso, che reato è”. Dichiarazione indubbiamente scontata…… ma che lasciava intendere una sorta di paternalistica comprensione ( vedi “Trentino”) Per il procuratore Amato, infatti, si è trattato di ben altro. Riportiamo alcuni passi della richiesta di archiviazione (vedi “Trentotoday” ” Corriere del Trentino”) ” La rappresentazione dei fatti non consente di apprezzare situazioni meritevoli di attenzione in sede penale” e ancora ” non compete a questa autorità giudiziaria un giudizio sulla pertinenza della manifestazione e sulle modalità prescelte per protestare in ordine alla vicenda dei vitalizi attribuiti ai consiglieri: tematica squisitamente politica e in sede politica deve trovare una soluzione”….. ” Si è trattato di una protesta eventualmente solo censurabile sul piano della correttezza politico-istituzionale, ma non suscettibile di essere inquadrata e censurata penalmente”. Queste alcune amene motivazioni del procuratore Amato che ci inducono ancor più a riflettere sulla pubblica accusa del dottor Di Matteo che ha denunciato il “metodo mafioso nelle scelte sulle carriere dei magistrati”.
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